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INNOVAZIONE

Trend “No-Lo”, c’è anche chi decide di modificare il disciplinare: arriva l’Orvieto Doc a 10 gradi

Il Consorzio lancia i primi vini a bassa gradazione sul mercato e vara un progetto di ricerca per una Denominazione più moderna e sostenibile
DISCIPLINARE, MERCATO, ORVIETO DOC, VINO LOW ALCOL, Italia
L’Orvieto Doc si proietta nel futuro senza rinunciare alla propria identità

Quello dei vini “No-Lo” (senza o a basso contenuto alcolico) è ormai molto più di un trend emergente: la richiesta di etichette a bassa gradazione, da parte di un target di consumatori più giovani e più attenti agli aspetti salutistici, sta crescendo, e adesso a muoversi per rispondere alle esigenze del mercato non sono solo le singole aziende, ma anche i Consorzi di Tutela. Quello dell’Orvieto Doc annuncia un passaggio storico: da oggi sarà infatti possibile produrre Orvieto Doc con gradazione alcolica minima di 10 gradi, grazie all’approvazione definitiva del nuovo Disciplinare da parte del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare. Con questa svolta, il Consorzio Tutela Vini di Orvieto si posiziona come apripista in Italia per una denominazione d’origine a basso grado alcolico, un tema che sarà sempre più strategico nei prossimi anni. Varato anche un progetto di ricerca multidisciplinare che tocchi aspetti enologici, agronomici, normativi e di comunicazione: l’obiettivo è proiettarsi nel futuro senza rinunciare alla propria identità storica, scegliendo di affiancare ai vini più strutturati e tradizionali anche versioni più fresche, leggere e contemporanee.
La nuova possibilità rappresenta una risposta concreta all’evoluzione del clima, dei consumi e dei mercati. L’iniziativa è nata nel contesto della modifica temporanea del Disciplinare, introdotta per far fronte a mutate condizioni climatiche per la vendemmia 2024, e si è configurata come un’opportunità per rinnovare e valorizzare l’identità della Denominazione Orvieto Doc. La modifica ordinaria è stata già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (n. 111 del 15 maggio 2025) ed è in attesa dell’ultimo passaggio formale a livello comunitario, che ne sancirà la piena efficacia. Non si tratta più solo di una sperimentazione tecnica: i primi due vini a bassa gradazione (annata 2024) - 10 e 10,5 gradi - sono stati prodotti da due aziende consorziate e sono attualmente sul mercato. La produzione verrà confermata anche con la vendemmia 2025, segno che il progetto ha già dato risultati concreti, in termini sia qualitativi che commerciali.
Il progetto tecnico alla base dei primi due vini è stato guidato da tre figure di riferimento per l’enologia orvietana e nazionale: Pier Paolo Chiasso (società Chiasso Cotarella), Paolo Nardo (Gruppo Italiano Vini) e Massimiliano Pasquini (Castello della Sala - Marchesi Antinori), affiancati dal produttore Enzo Barbi (Decugnano dei Barbi), storico interprete della Doc e protagonista del rinnovamento del territorio. Il gruppo di enologi ha presentato nei giorni scorsi i nuovi campioni alla base associativa del Consorzio Tutela Vini di Orvieto, con l’intento di dimostrare come un’esigenza contingente possa tradursi in un’opportunità concreta. L’iniziativa, oltre a testimoniare un significativo spirito di coesione all’interno della Denominazione, ha portato alla luce due vini dal profilo sorprendente: interpretazioni inedite, capaci di coniugare innovazione e coerenza stilistica, che aprono nuove prospettive.
“Dall’adattamento climatico nasce un’idea di valore. Con la modifica al Disciplinare e la concreta messa in commercio dei primi Orvieto Doc a bassa gradazione, offriamo al mercato una risposta reale: vini più moderni, più leggeri, ma profondamente radicati nel nostro territorio” commenta il presidente del Consorzio Orvieto Doc Vincenzo Cecci. “Questo risultato dimostra che un vino può rimanere identitario e di qualità anche con un grado alcolico più contenuto - afferma il presidente della Commissione tecnica scientifica Riccardo Cotarella - siamo i primi in Italia a fare questo passo in ambito Doc, e lo facciamo con coerenza e consapevolezza tecnica”. “Oggi compiamo un passo importante per l’Orvieto, un passo che guarda avanti senza dimenticare le radici - spiegano i tre enologi coinvolti, Paolo Nardo, Massimiliano Pasquini, Pier Paolo Chiasso - questa nuova tipologia a 10 gradi alcolici nasce dall’ascolto attento dei segnali che ci arrivano dal territorio, dal clima e dai consumatori. Viviamo un’epoca in cui freschezza, bevibilità e leggerezza sono sempre più richieste, ma
senza mai sacrificare la qualità e l’identità. Abbiamo lavorato per creare un Orvieto capace di raccontare la ricchezza delle nostre uve e del nostro terroir, in una versione più moderna e versatile. Non si tratta di sostituire l’Orvieto Classico o Superiore, ma di affiancare un’opzione nuova, pensata per i giovani, per i locali estivi, per gli aperitivi e per chi cerca vini equilibrati e facili da bere, ma con personalità. È una sfida tecnica e culturale: mantenere eleganza, struttura e sapidità in un vino con soli 10 gradi. Per riuscirci, abbiamo messo in campo sperimentazioni su ogni fase della produzione, dalla scelta delle uve alla raccolta anticipata, fino alla vinificazione con lieviti selezionati e basse temperature. Il risultato? Un vino leggero nel grado alcolico, ma ricco nella qualità, pronto a parlare al mercato e alle nuove esigenze con un linguaggio autentico e contemporaneo. Questo è solo l’inizio. Abbiamo aperto un percorso condiviso, che coinvolgerà produttori, tecnici, ristoratori e comunicatori. L’Orvieto Doc può e deve essere laboratorio d’innovazione, capace di interpretare i cambiamenti con coraggio, responsabilità e rispetto per la sua storia”.
Per accompagnare e approfondire questa evoluzione, il Consorzio ha presentato anche una domanda di sostegno al Masaf per un progetto di ricerca scientifica, in collaborazione con il mondo accademico e gli istituti di sperimentazione. L’obiettivo è avviare un percorso multidisciplinare che tocchi aspetti enologici, agronomici, normativi e di comunicazione, per valorizzare al massimo le nuove potenzialità dell’Orvieto Doc.

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