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VINI & TERRITORI

Trentino e Trentodoc, una crescita naturale (come la montagna) anche grazie all’“effetto bollicine”

Tra vendemmia e cambiamento climatico, per il “Trentodoc Festival”, WineNews ha incontrato esperti e produttori per parlare di futuro

Se il Trentodoc sta contribuendo alla crescita nel mondo della passione per le bollicine Metodo Classiche italiane, un fenomeno non solo di consumo, ormai destagionalizzato e sdoganato a tutto pasto, ma anche di costume - in cui giocano un ruolo importante gli investimenti in qualità, in comunicazione e in promozione dei territori, ma anche motivazioni “sociologiche” come il fatto di rappresentare quella convivialità che tutto il mondo invidia all’Italia - il Trentino è un territorio “pioniere” nel promuovere il turismo di qualità in Italia, mettendo assieme l’amore per la montagna e per lo sport, con l’enogastronomia, la storia, la cultura, gli eventi, e sempre di più, l’attenzione per la natura che predomina (e nel quale, oggi, si va alla ricerca di tracce di vino nelle opere d’arte, si fa yoga nei vigneti e si sperimenta l’Ai per nella viticoltura eroica). Una “crescita naturale”, grazie anche all’“effetto bollicine” - 13 milioni le bottiglie di Trentodoc vendute nel 2023, con un aumento di valore del 3% per 185 milioni di euro di fatturato, e con il Trentino considerato la regione n. 3 per spumanti di qualità, dopo il Veneto con il Prosecco e la Lombardia con il Franciacorta, pur occupando solo il 2% della produzione nazionale ma con l’85% dei vini a Doc e Docg, e i cui fattori di riconoscibilità sono proprio qualità e territorio - che ha destagionalizzato anche il turismo, e che rappresenta la via da percorrere in tempi in cui si parla di “governare” l’overturism, ma anche di riavvicinare le persone al vino. Così è tutto l’anno, tra le Alpi e le Dolomiti, Patrimonio Unesco, e così è stato nei giorni del “Trentodoc Festival” 2024, a Trento, promosso dalla Provincia Autonoma di Trento con Istituto Trento Doc - che riunisce 67 case spumantistiche d’eccellenza, che hanno aperto le porte - e Trentino Marketing, in collaborazione con “Corriere della Sera”, per raccontare a 360 gradi il Metodo Classico italiano di montagna per eccellenza.
Un’occasione, per WineNews, per parlare del futuro di uno dei territori più importanti del vino italiano, patria del Trentodoc, e dei rossi Teroldego e Marzemino, di bianchi come il Müller Thurgau e di altri vitigni a bacca bianca autoctoni, ma anche internazionali come il Pinot Grigio, con gli esperti della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, uno dei Centri di ricerca agronomica e viticola più importanti al mondo, analizzando gli effetti del cambiamento climatico sulla viticoltura, e con i produttori, facendo il punto sulla vendemmia 2024, anche con il Consorzio Vini del Trentino (il nostro video-reportage online nei prossimi giorni, ndr).
Un territorio nel quale il vino è motore economico, ha sottolineato Luciano Ferraro, vice direttore del “Corriere della Sera” e direttore artistico del “Trentodoc Festival”, un evento che, all’edizione n. 3, “affianca alla forza del marchio Trentodoc, in continua crescita da un decennio, la comunicazione del primo gruppo editoriale italiano. Le cantine che hanno portato nel mondo il Trentodoc - Ferrari, Cavit, Cesarini Sforza, Rotari (Mezzacorona) - hanno fatto da apripista. Ma tutte le aziende del Trentodoc hanno fatto scoprire ogni lato delle bollicine di montagna. I professionisti del settore, dal presidente degli enologi Riccardo Cotarella ai migliori sommelier d’Italia guidati dal presidente Ais-Associazione Italiana Sommelier Sandro Camilli, hanno discusso i temi caldi del momento: l’innovazione tecnologica, l’uso dell’intelligenza artificiale, i cambiamenti climatici, la crisi dei consumi, l’ondata salutista in Europa. Accanto ai dibattiti, una serie di spettacoli. Uno per tutti: l’attore Michele Placido ha presentato con Marco Morricone e Valerio Cappelli, il libro dedicato ad Ennio Morricone, con le musiche del maestro a scandire i ricordi. Due frasi di due relatori, sintetizzano il messaggio di questo Festival che vuole mettere in scena vino e cultura. La prima è di Georg Riedel, il “re” dei bicchieri: il vino è un’emozione da condividere con le persone che amiamo. L’altra, è di Monsignor Martino Signoretto: siamo esseri rituali. Il vino ha molto a che fare con la convivialità e le persone che si amano”.
“Con il loro valore identitario le bollicine di montagna rappresentano - ha detto Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento - lo spirito della comunità del Trentino; il Trentodoc ha un forte legame con il territorio e riscuote grande successo in tutta Italia e non solo: un percorso di crescita nel quale i nostri produttori credono fortemente, perché questa crescita è legata soprattutto alla qualità”. Anche il presidente del Trento Doc Stefano Fambri, ha ribadito che il percorso di crescita di Trentodoc non è legato solo alle vendite, ma soprattutto alla qualità e alla reputazione del prodotto: “le case spumantistiche trasmettono il loro legame con il territorio attraverso il frutto del loro lavoro. La montagna è la nostra caratteristica distintiva”. Per Matteo Lunelli, presidente e ceo Ferrari Trento, “la sfida futura del Trentodoc è quella di andare oltre confine. Il primo mercato al mondo di importazione del vino sono gli Usa, per cui rappresentano la più grande opportunità attuale e futura. Ma la sfida, la vera terra inesplorata, è di far arrivare al consumatore del mondo la diversità del Trentodoc”. E se, come ha sottolineato Enrico Zanoni, ceo Cavit, “oggi è evidente la perdita di centralità del vino, il cui primo accesso era in famiglia con il famoso bicchiere di vino rosso a cui venivi introdotto dai nonni come tradizione culturale”, allo stesso tempo, “questo momento storico per gli sparkling è davvero molto interessante e riserva tantissime opportunità dal momento che il Metodo Classico è gradito dalle nuove generazioni e dal pubblico femminile - secondo la Master of Wine, Essi Avellan - negli ultimi 20 anni il mondo delle bollicine è cambiato radicalmente: di tutti i mercati, l’Italia è quello più dinamico e che si evolve più rapidamente, ma il posizionamento del prezzo rappresenta la criticità dei Metodo Classico made in Italy. Bisogna puntare anche in termini di prezzo a essere competitivi rispetto allo Champagne”.
Tutte peculiarità proprie delle bollicine come il Trentodoc, che, per il loro essere un vino “contemporaneo” per freschezza, gradazione e versatilità, e quasi un “non vino”, visto che arrivano, ormai, a sostituirlo in occasioni di consumo che sono solo ed esclusivamente appannaggio degli spumanti - che tengono, in controtendenza al calo generale dei consumi, dovuto anche al bere più occasionale, con 141 bottiglie vendute nel 2023 in gdo e nel settore alberghiero (di cui 2,7 milioni Metodo Classico) e con le esportazioni raddoppiate negli ultimi 10 anni (dal 17% al 25%) e in continuo aumento, secondo un’indagine Nomisma Wine Monitor - possono contribuire a riavvicinare le persone al vino, a partire dai giovani.

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