Un motore economico rilevante e un volano per il turismo. Le Indicazioni geografiche (Ig) sono un tesoro e, nonostante, le difficoltà del periodo storico, sono anche un esempio di resilienza. Origin ha presentato, nei giorni scorsi a Bruxelles, in occasione dell’anniversario n. 50 dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra la Cina e l’Ue, i risultati del panel “Tendenze Ig” 2025. Sono state esaminate 28 Ig di diverse dimensioni economiche e settori (agricoltura, vini, liquori e artigianato), provenienti da 17 Paesi in 5 continenti. Queste rappresentano un fatturato combinato di circa 75 miliardi di euro, 58 miliardi di euro di esportazioni (77%), 587.000 posti di lavoro diretti e 929.000 kmq di territorio. L’Italia è stata rappresentata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, Consorzio del Prosciutto di Parma, Consorzio Aceto Balsamico di Modena, Consorzio Grana Padano, Consorzio Mortadella Bologna, Consorzio del Franciacorta e Consorzio Prosecco Doc. Il sondaggio Origin conteneva cinque domande chiave sulle tendenze e le aspettative economiche, più 5-10 domande aggiuntive, formulate ogni anno su uno specifico “tema di tendenza”. Le risposte raccolte riflettono i dati del 2024 e il sentiment economico all’inizio del 2025. Tema di tendenza per il 2025 è stato “Ig e turismo” con l’obiettivo di analizzare il ruolo delle Ig nell’attrarre turisti e nello sviluppo delle infrastrutture negli ultimi 10 anni, ma anche per esplorare il modo in cui il turismo può rappresentare una leva di marketing per le Ig.
Un numero rende bene l’idea del rapporto tra Ig e turismo ed è la media annua di 32,3 milioni di visitatori, ovvero oltre un milione di turisti all’anno per ciascuna delle 28 Ig del panel. La maggior parte dei turisti che visitano i siti Ig proviene dal Paese di origine della stessa Indicazione geografica (52%), il 20% dal continente e il 28% dal resto del mondo. Secondo il panel le Ig hanno avuto un’influenza prevalentemente positiva sullo sviluppo di infrastrutture e strutture legate al turismo nelle rispettive regioni e il sondaggio indica anche un trend positivo nello sviluppo del turismo legato alle Ig: l’80% degli intervistati segnala un aumento degli investimenti per ampliare l’offerta turistica regionale. Le Ig hanno svolto un ruolo significativo nel definire le strategie di marketing turistico nelle loro regioni, con il 76% degli intervistati che ha dichiarato un forte impatto sugli sforzi di comunicazione. Una formula vincente sta nell’unire tradizione e innovazione, un fatto che accresce l’attrattiva delle destinazioni Ig, attraendo un pubblico eterogeneo e preservando l’autenticità locale attraverso una combinazione di tradizione, cultura e gastronomia. Iniziative come itinerari, musei, eventi speciali, visite guidate e festival culturali, rafforzano l’attrattiva delle regioni Ig, trasformandole in destinazioni turistiche riconosciute a livello nazionale e internazionale.
Allo stesso tempo, il turismo rappresenta una leva di marketing per le Ig, considerato che i consumatori cercano sempre più “esperienze” ed emozioni. Nell’ultimo decennio le Ig hanno contribuito in modo significativo ad aumentare l’attrattiva turistica e la visibilità delle loro regioni. I dati del sondaggio indicano che il 43% degli intervistati ha osservato un impatto positivo significativo, mentre un ulteriore 46% ha segnalato un effetto generalmente positivo, a sottolineare il ruolo strategico delle Ig nella promozione del turismo regionale. Ed ancora, il 61% dei partecipanti ha segnalato un aumento del numero di visitatori, mentre il 25% ha notato un aumento significativo. Solo il 4% ha indicato che i livelli turistici sono rimasti stabili, risultati che evidenziano il crescente appeal delle attrazioni legate alle Ig e il loro ruolo nel promuovere il turismo nelle aree locali.
Nel 2024, a livello occupazionale, tra i gruppi Ig intervistati, la stabilità è il primo fattore che emerge. L’89% delle Ig ha, infatti, mantenuto o aumentato la propria forza lavoro e solo l’11% ha segnalato una diminuzione. Lo scorso anno gli investimenti in promozione sono rimasti stabili per metà delle Ig (50%), mentre il 39% ha aumentato i propri sforzi (solo l’11% ha segnalato una diminuzione), dimostrando un approccio proattivo al posizionamento sul mercato nonostante le pressioni economiche. Guardando al 2025, le aspettative nel settore non sono univoche. Il 39% delle Ig prevede condizioni sfavorevoli, mentre un altro 39% prevede un contesto neutrale e solo il 18% è ottimista. Ciò riflette l’incertezza dello scenario globale, che include l’aumento dei costi di produzione, la geopolitica e i dazi doganali.
“Nonostante l’incertezza commerciale e geopolitica - ha affermato il presidente Origin, Riccardo Deserti - il nostro sondaggio mostra che il settore delle Ig è rimasto resiliente nel 2024. La maggior parte delle Ig ha mantenuto o ampliato la propria forza lavoro, le vendite e gli investimenti in promozione, riflettendo sia l’adattabilità che la visione a lungo termine. Nel frattempo, il settore delle Ig entra nel 2025 con aspettative prudenti. Per quanto riguarda il tema di tendenza del 2025, abbiamo selezionato l’interazione tra Ig e turismo. Le cifre sono impressionanti: la media annua di 32,3 milioni di visitatori corrisponde grosso modo alla popolazione di Paesi come il Perù o la Polonia. Il turismo rappresenta una leva di marketing per le Ig poiché i consumatori cercano sempre più “esperienza” ed “emozione””.
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