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LE STIME

Turismo, il ritorno alla “normalità” non prima del 2024. Così il “barometro” delle Nazioni Unite

Nei dati Unwto, l’impatto enorme della pandemia. Nel 2021 leggera ripresa, ma i livelli 2019 sono lontanissimi
CIBO, COVID, NAZIONI UNITE, SPESA, TURISMO, Non Solo Vino
Un ristorante di Roma, tra le mete più importanti del turismo internazionale

Se il 2020 è stato il peggior anno di sempre, nelle ultime tre decadi, per il turismo mondiale a 2.000 miliardi di dollari sul 2019, il 2021 è stato leggermente migliore, ma non più di tanto, visto che il saldo sull’ultimo anno “pre Covid” si è fermato ad una perdita di 1.600 miliardi di dollari. Un impatto devastante anche per l’industria del wine & food e della ristorazione visto che, secondo diverse stime, almeno in Italia, dove l’attrattiva enogastronomica è una delle più forti, la spesa per la tavola rappresenta oltre un terzo di quella turistica nel suo complesso. Di certo il progredire dei vaccini un po’ in tutto il mondo, l’allentamento delle misure in alcuni Paesi, come il Regno Unito (mentre la Francia, per esempio, introduce il “Super Green Pass” all’italiana proprio oggi), l’annuncio dell’Oms sul fatto che almeno per viaggiare in Europa, dal prossimo marzo, non servirà altro che il “green pass” fanno sperare in un recupero che, però, gli operatori, vedono sempre più in là. Al punto che per un vero rimbalzo, secondo il 43%, si dovrà aspettare il 2023 o il 2024, un altro 40% spera nella seconda metà del 2022 (soprattutto a partire dall’estate), mentre quasi nessuno guarda al primo trimestre 2022, ed un debole 10% al secondo trimestre. Con la maggior parte degli esperti di ogni area del mondo che, in buona sostanza, si aspetta un ritorno ai flussi di arrivi ai livelli del 2019, nel 2024. Emerge dal “Barometro sul turismo mondiale” della Unwto, l’organizzazione del turismo delle Nazioni Unite, dal cui Osservatorio emerge ancora di più l’enormità dell’impatto della pandemia rispetto ad altre crisi mondiali. Guardando ai dati 2020, infatti, nel mondo si è registrato un crollo degli arrivi del -73% sul 2019, ed un calo del 64% della spesa media, scesa da 1.468 dollari a 536. La crisi economico-finanziaria del 2009, in confronto, sul 2008, ebbe un impatto di appena il -4% tanto sugli arrivi che sulla spesa.
Guardando al futuro immediato, comunque, visto che oltre il 65% degli operatori si aspetta un ritorno alla normalità del turismo internazionale non prima del 2024, nell’anno appena iniziato, a guidare le scelte, continueranno ad essere il turismo domestico e di prossimità, soprattutto legato al turismo rurale, alle attività all’aria aperta e alla naturalità, con prenotazioni sempre più all’ultimo minuti, e consumatori che guarderanno ancora di più a valori come autenticità, sostenibilità e responsabilità sociale. Valori che i territori e le tante imprese virtuose del vino, del cibo e della ristorazione italiana hanno da offrire in abbondanza ai turisti d’Italia e del mondo.

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