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VINO E TERRITORIO

Tutela delle denominazioni, l’Euipo dà ragione al Consorzio di Bolgheri contro il marchio “Bolgaré”

L’ufficio marchi europeo chiude il contenzioso tra il consorzio di Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc contro la cantina bulgara Domaine Boyar
BOLGHERI, DENOMINAZIONI, EUIPO, TUTELA, UE, Italia
Il viale del Cipressi di Bolgheri, circondato dai vigneti

Dopo cinque anni di attesa, finalmente, l’Euipo, l’Ufficio Marchi Europeo, dà piena ragione al Consorzio per la tutela dei Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc nel contenzioso contro una delle principali cantine bulgare, il Domaine Boyar, che, nel 2017, aveva fatto domanda di registrare il marchio “Bolgaré” nella classe dei prodotti alcolici. “La decisione, emessa il 21 marzo 2022, ma pubblicata solo oggi, ha valore fondamentale non solo per il caso specifico, ma soprattutto per il sistema delle denominazioni, e potrà rivelarsi dirimente anche per risolvere questioni tutt’ora in essere che vedono minacciato il made in Italy”, spiega una nota del Consorzio, guidato da Albiera Antinori.
Nonostante le ragioni evidenti del Consorzio, l’esito non era affatto scontato, tant’è che l’opposizione presentata per bloccare la registrazione fu respinta in prima battuta. Nel 2020 fu presentata anche un’interpellanza parlamentare da parte degli eurodeputati Paolo De Castro e Simona Bonafé, stigmatizzando la gravità dell’accaduto, ma fu ribadito in quella circostanza che il compito di giudicare il caso spettasse all’Euipo, che si è finalmente espresso accogliendo l’appello del Consorzio. In particolare, l’Euipo afferma la forte somiglianza dei due nomi e il rischio per il consumatore di associare erroneamente la denominazione italiana e il marchio bulgaro, ribadendo la massima tutela delle denominazioni contro ogni tipo di evocazione, come già emerso nel caso Champagne vs Champanillo. Si tratta di una vittoria non solo per il territorio di Bolgheri, ma per l’Italia e soprattutto per l’intero sistema europeo delle denominazioni, che dopo questa decisione ne esce certamente più forte.
“Ora è chiaro: non può esistere - commentano gli europarlamentari Pd, Paolo De Castro e Simona Bonafè -un Bolgheri made in Bulgaria e finalmente è stata data risposta alle nostre preoccupazioni ed a quelle dei produttori di una delle eccellenze del made in Italy vitivinicolo più riconosciute e apprezzate a livello mondiale. Alla vigilia della presentazione del nuovo regolamento europeo sulle indicazioni geografiche, abbiamo la conferma di come il sistema di protezione europeo funzioni. Abbiamo stoppato infatti - concludono De Castro e Bonafè - un chiaro tentativo di usurpazione commerciale da parte di un marchio bulgaro (Bolgaré), chiaramente evocativo dei vini Doc Bolgheri, ma che nulla ha a che fare con quelli che sono considerati tra i migliori vini al mondo”.

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