Sono tante le proposte portate dall’Assemblea Generale Uiv - Unione Italiana Vini sul tavolo del Governo, ma quella più importante, considerata la forte propensione all’export del vino italiano, riguarda il capitolo legato alla promozione, su cui le imprese del vino vogliono dire la loro, come è giusto che sia, lavorando fianco a fianco con la Ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, con il Sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano e con l’eurodeputato Paolo De Castro, Coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura Ue. Ma come ha intenzione di muoversi l’Uiv - Unione Italiana Vini, su quali Paesi vorrebbe convogliare le risorse, e che strumenti immagina di usare per permettere al vino italiano di recuperare il terreno perso in questi mesi, che hanno fiaccato i consumi ovunque, dalla Cina agli Stati Uniti, azzerando la vendita diretta ed il turismo internazionale in tutta Italia? A WineNews ne abbiamo parlato con Paolo Castelletti, Segretario Generale Uiv, che ha le idee chiare ed un piano che viaggia su due binari, l’Ocm Promozione (anche sul mercato interno, promuovendo l’enoturismo ed i territori) ed il piano strategico per il made in Italy, per mettere nel mirino i mercati di riferimento (Usa, Canada, Uk, con ballo ancora la Brexit, Cina e Germania) ed aprirne di nuovi, dall’Estremo Oriente all’Africa.
“Sul fronte della promozione del vino ci stiamo muovendo su due binari. Uno è tutto interno alle misure comunitarie, e quindi all’Ocm Promozione: abbiamo chiesto alla Ministra Bellanova di rimodulare il Piano Nazionale di Sostegno - spiega Castelletti - portando la cifra a disposizione a 150 milioni di euro l’anno, per i prossimi tre anni, di modo che, cofinanziata grosso modo a metà dalle aziende, crei un impatto di 800-900 milioni di euro nel periodo. E questo per dare una scossa a livello di export, perché non possiamo pensare di riacquisire le quote che avevamo prima: basti pensare che tutto ciò che non viene più esportato in Cina da chi sta davanti a noi (Francia, Australia, Cile) va a finire su mercati concorrenti nostri. C’è un tema almeno di mantenimento e recupero delle posizioni ante Covid, e qui bisogna fare un grosso lavoro sulle attività promozionali delle aziende, che devono essere aiutate”.
L’altro filone, come anticipato, ha invece ha che fare più con “il piano strategico per il made i Italy, sul quale non abbiamo capito molto bene quali siano le misure messe in campo dall’Ice. Al Sottosegretario Di Stefano - continua il Segretario Generale Uiv - abbiamo chiesto che nella definizione delle misure ci piacerebbe che ci fosse un tavolo delle imprese del vino, come successo per i piani straordinari in Usa e Cina qualche anno fa, di supporto al Ministero degli Affari Esteri, affinché le misure siano effettivamente efficaci, ossia che il moltiplicatore dell’euro investito abbia un’efficacia importante. Per questo - ribadisce Castelletti - abbiamo chiesto un tavolo solo sul vino, per definire con le imprese i Paesi obiettivo, perché sappiamo dove dobbiamo andare, e per la definizione delle misure, perché abbiamo l’impressione che si punti forse con troppa fiducia sull’online, e da parte delle aziende c’è scetticismo. Non perché non credano nell’online, ma perché anche l’uso delle piattaforme online va fatto con cognizione di causa. Chiediamo che non sia l’unico canale, ma che vengano riprese anche misure tradizionali, e quindi di rapporto con la distribuzione e con la Gdo, come fu fatto con i piani straordinari, che funzionarono molto bene, ai tempi del Ministro Calenda”.
Spostando l’analisi sulla questione Ocm, Paolo Castelletti ricorda che “non è esclusa dalla regolamentazione comunitaria la promozione anche sul mercato interno. L’onorevole De Castro ci ha detto che a livello di Commissione c’è una certa difficoltà, e che potrebbe essere declinata come un aiuto verso l’attività enoturistica, quindi non tanto un incentivo alla promozione dei brand, come si fa sui Paesi Terzi, ma verso le attività enoturistiche, ed andrebbe benissimo. È ciò che stiamo cercando di fare sul mercato interno, perché Ministero degli Affari Esteri ed Ice non danno contributi alle aziende, hanno una missione più istituzionale, che conta su fondi ingenti, e che devono essere investiti molto bene”.
I Paesi su cui investire, ovviamente, “sono innanzitutto cinque che assorbono il 70% delle esportazioni italiane (Germania, Usa, Gran Bretagna, Canada e Svizzera, ndr), ma ci sono altri Paesi da seguire attentamente. A partire dal Giappone, che a inizio anno - ricorda il Segretario Generale Uiv - aveva dato ottimi risultati sull’onda dell’accordo di libero scambio siglato con la Ue, così come il Canada, per lo stesso motivo. Interessanti anche Corea del Sud, Vietnam, Cambogia, e poi è il momento di iniziare a guardare ai Paesi dell’Africa, su cui i francesi hanno già iniziato a lavorare. E poi c’è da fare un ragionamento importante sulla Gran Bretagna, che sarà Paese extra Ue, che oltre alla promozione ha in ballo il superamento della hard Brexit, e quindi evitare la questione doganale, che al di là degli aspetti tariffari, su cui Londra sta già lavorando, comporterebbe costi doganali importanti”.
In definitiva, chiosa Paolo Castelletti, “c’è tanto lavoro da fare. Immaginiamo che non si torni alla situazione pre Covid prima di fine 2021, siamo in forte sofferenza, tenendo conto che il canale Horeca è partito a mezzo servizio, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, e la Gdo non ha certo recuperato le quote che abbiamo perso in Horeca ed in vendita diretta, che insieme fanno quasi i 2/3 del valore di vino venduto in Italia. Sono due canali morti per mesi, e questo ci preoccupa molto. Voglio, però, sottolineare - conclude Castelletti - che abbiamo trovato un riscontro positivo sia da parte della Ministra Bellanova, che comunque sta lavorando con Di Maio per il piano di promozione del made in Italy, convenendo sul fatto che le imprese vadano sentite, che da parte del sottosegretario Di Stefano, che ha risposto in maniera celere, convocandoci per il 23 luglio, per avere il nostro contributo ed aiutare la Pubblica Amministrazione affinché ogni centesimo speso sia valorizzato al meglio”.
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