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Un avamposto del vino e della cucina delle Marche, a Tokyo, da cui partire per conquistare il Giappone con i sapori della Regione: il progetto del colosso della ristorazione Dynac, con 270 locali nel Paese, insieme alla griffe enoica Umani Ronchi

Italia
Vino e cucina delle Marche invadono il Giappone: progetto big della ristorazione Dynac e la cantina Umani Ronchi della famiglia Bernetti

Un avamposto del vino e della cucina delle Marche a Tokyo, da cui partire per conquistare i palati di tutto il Giappone, con i sapori della Regione: ecco il progetto del colosso nipponico della ristorazione Dynac, catena con oltre 270 locali in tutto il Paese, che ha scelto di rilanciare alcuni dei ristoranti della divisione “Papa Milano”, una serie di trattorie informali ma in location di pregio dedicate all’Italia, focalizzandosi sulla regione del Verdicchio e del Conero, del brodetto di pesce, delle olive ascolane, del ciauscolo e così via.
Con un progetto incentrato soprattutto sul vino, e su una delle cantine più rappresentative delle Marche, Umani Ronchi (che, in Giappone, per altro, realizza il 10% del proprio fatturato complessivo). Non solo perchè il locale “pilota” di questa esperienza, che aprirà nella capitale giapponese il 26 novembre si chiamerà proprio “Villa Bianchi Umani Ronchi”, ma anche perché “il nostro Villa Bianchi, Verdicchio dei Castelli di Jesi - spiega, a WineNews, Michele Bernetti, che guida l’azienda (11 milioni di euro di fatturato, di cui il 75% all’export), con il padre Massimo - diventerà il loro “vino della casa” di questo e degli altri locali che apriranno, speriamo, con questa formula, e soprattutto perché, anche grazie al lavoro del nostro importatore in Giappone, dove siamo tra i marchi italiani più distribuiti, la carta sarà al 70% firmata Umani Ronchi, e ci sarà anche una selezione di vecchie annate di vini come il Pelago, per esempio, che è difficile trovare anche in Italia, a volte”.
Non si tratta di un locale di proprietà della cantina marchigiana, strada già intrapresa da altri nomi importanti del vino italiano nel mondo, ma di una scelta precisa della catena di ristorazione, che ha selezionato Umani Ronchi come una sorta di “testimonial” enoico di prestigio, visto che Dynac vuole puntare soprattutto su in taglio “vinicolo”, e non solo culinario, per i nuovi locali, e maturata anche per via di una “vicinanza filosofica sulla cucina tra Giappone e Italia. Perchè come noi - dice Bernetti - i giapponesi amano andare alla ricerca dell’origine della materia prima, del prodotto fresco e delle cucine identitarie, anche di territori o Regioni meno conosciute come la nostra, se paragonata alla notorietà di Toscana, Piemonte o Veneto, per esempio”. Ma un interesse così diretto di un brand leader della ristorazione giapponese è anche la testimonianza del lavoro che le Marche del wine & food, a livello di imprese, consorzi ed istituzioni, stanno facendo per la valorizzazione del loro patrimonio enogastronomico.
“I responsabili del progetto sono venuti, nei giorni scorsi, dal Giappone sul nostro territorio per una “full immersion” - racconta Bernetti - ed hanno voluto confrontarsi con chi fa la nostra cucina tutti i giorni, ma anche studiare i prodotti, capirli, perché poi saranno quelli che verranno importati per lo sviluppo di questa idea”. Che, se avrà il successo che ci si attende, farà del Giappone la seconda patria mondiale dei sapori delle Marche. Anche grazie ad un accordo privato tra due imprese dei rispettivi Paesi, che spesso si rivela più efficace di grandi e faraonici progetti con tanti attori coinvolti. E in un mercato, quello nipponico, che, per il vino italiano, è quello più storico e strutturato per il Belpaese enoico in un’Asia nella quale tutti guardano alla Cina. Lo dicono i numeri: nel primo semestre 2015 (dati “Wine by Numbers” by Unione Italiana Vini), l’Italia, in Cina, ha esportato 9,5 milioni di litri di vino imbottigliato per 33,2 milioni di euro, in Giappone ben 16,8 milioni di litri, per 61,05 milioni di euro ...

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