Un mercato in ripresa lenta ma costante, dove ci sono 6 milioni potenziali di nuovi consumatori ogni anno, e dove i consumi possono crescere ancora di molto, visto i 9 litri procapite attuali. Benvenuti negli States visti da Winebow, uno dei maggiori importatori di vini italiani in Usa, raccontati a WineNews dal presidente, Leonardo Lo Cascio. “Sicuramente le cose sono molto migliorate a 2 anni fa, i trend sono positivi. Ma il consumatore americano ancora è poco sofisticato, e anche la cultura del cibo e del vino, fuori dalle grandi città, sta iniziando a formarsi adesso”. E allora che cosa bevono gli americani? “Vola il Prosecco, che per 25 anni è stato un prodotto di nicchia, e ora, in 3-4 anni, è diventato un prodotto di grande consumo. E questo può succedere per tanti vini italiani, soprattutto del Sud, ma anche per quelli della Toscana e del Veneto c’è un potenziale veramente effervescente. Continua a crescere il Pinot Grigio, perché non esiste un’alternativa altrettanto efficace allo Chardonnay: non tutti amano il bianco barricato e un po’ dolce, che è quello che si fa in California, il Sauvignon non piace a tutti; c’è un po’ di Viognier, un po’ di Riesling, di Gewürztraminer, ma ci vuole un bianco diverso dallo Chardonnay che abbia una buona acidità, e buon rapporto qualità prezzo. Il Pinot Grigio si è inserito in questo segmento, e continuerà a crescere. Stessa cosa per il prosecco che, può sorprendere, ma è divento l’alternativa, nelle bollicine, ai prodotti della Francia e della California, e anche quello è un fenomeno che è destinato a crescere. Poi c’è tutta l’aria dei varietali autoctoni italiani, un patrimonio prezioso, soprattutto quelli del Sud come Aglianico, Negroamaro, Nero d’Avola, Montepulciano e Primitivo che stanno conquistando consumatori. Non è raro andare in un wine bar e trovare questi prodotti a bicchiere, e questo secondo me è destinato a crescere molto nei prossimi anni. E poi grande successo per i vini veneti in generale. Anche perché il consumatore meno preparato si affeziona a prodotti che di cui capisce l’origine. Come il “Ripasso”, per esempio, perché il consumatore, con parole semplici, capisce che parte di quel prodotto viene da uve appassite o da un ripasso sulle fecce, e associa facilmente quella sensazione di surmaturo al processo produttivo. E questo rende più semplice l’affermarsi di un vino”. Ovvero, quando ci sono storie che il pubblico può capire facilmente ...
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