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“UN PERIODO INTENSO E PROFICUO, PUR NELLA CRISI ECONOMICA E FINANZIARIA. L’EUROPA NE ESCE RINFORZATA”: E’ IL BILANCIO DI PAOLO DE CASTRO SULL’ANNO DI PRESIDENZA ITALIANA DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA AL PARLAMENTO EUROPEO

“Un periodo intenso e proficuo, pur nella crisi economica e finanziaria contrassegnato anche dall’entrata in vigore, un anno fa, del Trattato di Lisbona che assegna maggiori poteri al Parlamento Europeo. Nonostante i timori, tra mille difficoltà, l’Europa si rafforza e i Parlamenti, i governi, le opinioni pubbliche nazionali devono imparare a fare i conti con questa realtà”. Ecco un anno di Presidenza italiana della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo secondo il presidente Paolo De Castro.

Secondo De Castro, da parte dell’Italia c’è ancora sottovalutazione del ruolo dell’Europa. “Gli altri Paesi - spiega - hanno capito rapidamente che le leggi nazionali devono trovare armonizzazione nel contesto europeo e che è pressoché inutile varare provvedimenti senza predisporre un terreno in grado di accogliere a livello continentale”. E’ il caso della direttiva sull’informazione ai consumatori - approvata in prima lettura dall’aula di Strasburgo - contenente la norma sull’etichettatura dei prodotti alimentari, che rischia di venire stravolta dai Ministri della Salute europei che si riuniranno a Bruxelles il prossimo 8 dicembre. E tutto ciò avviene, secondo De Castro, mentre si pone l’enfasi sull’approvazione di una legge nazionale senza prospettiva perché i singoli Paesi non possono legiferare autonomamente.

“Anziché di etichettatura obbligatoria per tutti gli alimenti freschi e per quelli di prima trasformazione, come l’olio - ricorda De Castro - si parla di regole da valutare caso per caso, alimento per alimento. Insomma, le leggi nazionali possono essere uno stimolo utile, ma se non si guarda all’Europa rischiano di essere solo decisioni propagandistiche, prive di efficacia. Gli altri Paesi, quando si rivolgono all’Europa, lo fanno come sistema. L’Italia, purtroppo, si presenta ancora in ordine sparso e rischia di pesare molto meno di quanto sarebbe nelle sue possibilità”.

Altri provvedimenti europei, sottolinea De Castro, fanno risaltare la tendenza tutta italiana al rinvio che fa si che parti della filiera agroalimentare vivacchino nell’arretratezza, pagando forti costi in termini economici. Emblematica, a tale riguardo, la legge europea sulle gabbie del 1999, che impone standard diversi dagli attuali per l’allevamento avicolo. Nonostante siano già trascorsi undici anni e nonostante l’entrata in vigore sia prevista per il 2012, l’Italia si appresta a chiedere una proroga. “Un errore - conclude De Castro - perché così non si stimola la filiera a mettersi al passo con le innovazioni necessarie a garantire la redditività delle imprese e a rispondere alla domanda dei consumatori”.

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