I Consorzi di tutela del vino sono stati e sono, tutt’oggi, una struttura fondamentale per la crescita dell’Italia enoica. Soprattutto se si pensa al loro ruolo di “indirizzo politico” della gestione del territorio, della tutela e della promozione di quei marchi collettivi che, di fatto, sono le denominazioni. Certo, non mancano in diversi territori delle criticità, ma la loro importanza, soprattutto nei territori più importanti e di maggior valore, è indubbia.
E proprio per rafforzare il loro ruolo e delineare meglio il loro destino, è atteso ormai da tempo il così detto “decreto Consorzi”, che dovrebbe ridisegnarne modalità compositive e di rappresentanza, ma anche ruoli e funzioni. Ma, intanto, c’è chi rilancia un’idea su cui riflettere, come Angelo Gaja, produttore visionario e tra i più ascoltati nel mondo. Secondo il quale, ha spiegato, in questi giorni, a WineNews, sarebbe fondamentale affiancare ai cda dei Consorzi, in maniera istituzionale ed ufficiale, una sorta di “think tank” fatto non solo di personalità del mondo del vino, ma anche di esperti riconosciuti che arrivino da altri settori, dal marketing alla cultura, dalla moda all’arte, e non solo. Uno strumento utile, soprattutto, ad allargare gli orizzonti e le vedute rispetto a quelle strettamente legate al settore del vino, magari capaci di fornire spunti ed idee che consentano ai Consorzi stessi, che poi sono espressione dei produttori, di anticipare i tempi ed essere più competitivi in uno scenario mondiale sempre più complesso da gestire e complicato da capire.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024