Una buona notizia per l'oggi e, soprattutto, si spera, per un domani dove i rapporti commerciali tra Europa e Usa tornino ancora più distesi: è il sentiment che si legge nelle reazioni delle organizzazioni della filiera del vino alla sospensione per i prossimi 4 mesi dei dazi Usa su tanti prodotti europei italiani, comprese eccellenze agroalimentari del made in Italy (da cui il vino fino ad oggi si è sempre salvato), come annunciato ieri dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen.
“La sospensione di 4 mesi dei dazi conseguenti alle dispute riguardanti Airbus-Boeing comunicata dal presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, va nella direzione più volte auspicata da Unione italiana vini. Si tratta di una rinnovata cooperazione transatlantica indispensabile per l’economia italiana e per le imprese vitivinicole, dipendenti dal mercato Usa per 1,6 miliardi di euro”, commenta Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini - Uiv.
Secondo cui “la “ventata di aria fresca”, così definita dalla presidente, rappresenta tutta la volontà di Europa e Usa a collaborare su più campi, in primis sulla pandemia e la produzione e distribuzione di vaccino, unica strada per far ripartire l’economia, le imprese e quindi anche le attività del mondo del vino. I dazi Airbus vigevano da 18 mesi: un arco di tempo lunghissimo per il vino europeo e per l’agroalimentare italiano che ha sofferto tasse aggiuntive e la spada di Damocle del carosello che, ogni sei mesi, minacciava di abbattersi come una scure sul vino italiano”.
Commento positivo anche da Federvini, che oltre al vino rappresenta anche i produttori di aceti e spirts italiani: “finalmente una buona notizia - commenta Micaela Pallini, Presidente del Gruppo Spiriti di Federvini - e naturalmente si tratta di un primo passo. Ci auguriamo davvero che questa tregua temporanea di 4 mesi possa trasformarsi in un accordo che superi la disputa Airbus - Boeing, sulla quale tra l’altro il nostro Paese non c’entra assolutamente nulla”. Durante l’applicazione dei dazi sui liquori e cordiali italiani, l’export italiano negli Stati Uniti, che negli ultimi anni aveva visto un crescente successo di vendite e consensi, è crollato del 40%, un duro colpo per il comparto che rappresenta decine di marchi storici italiani.
I dazi sono inoltre arrivati quasi in contemporanea con l’esplodere della pandemia che ha fortemente depresso i consumi interni. “Ha piovuto sul bagnato: il crollo dei consumi fuori casa, le restrizioni alla socialità in tutte le sue dimensioni, l’arrivo dei dazi americani e i contraccolpi commerciali causati dall’entrata in vigore della Brexit sono stati un duro colpo per decine di medie e piccole aziende italiane del comparto - continua Pallini - che rappresenta tra l’altro uno dei marchi storici e iconici della liquoristica italiana. Ci auguriamo che questo primo segnale rappresenti l’inizio della ripresa e che il nuovo clima coinvolga anche il dossier su alluminio ed acciaio, anche quello gestito con l’applicazione di dazi. E’ importante che il Governo italiano continui l’intenso lavoro fatto per favorire l’accordo tra Unione Europea e Stati Uniti, mentre per il mercato nazionale chiediamo un impegno a sostegno dell’export, l’abrogazione del contrassegno e almeno un temporaneo sollievo delle accise sui nostri prodotti. Misure che, in attesa di una possibile ripresa delle attività per la prossima estate, rappresenterebbero un aiuto concreto a una filiera fondamentale per l’economia italiana. Sul fronte interno riteniamo indispensabili misure a sostegno della ripresa di quella che ci piace chiamare la filiera dell’ospitalità e della socialità, legata a quella cultura del cibo e delle bevande che rappresenta la nostra migliore tradizione mediterranea”, conclude Micaela Pallini.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024