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TRADIZIONE VS COVID

Una Pasqua diversa: niente uova di cioccolato, sì ai dolci fatti in casa

Coldiretti-Ixè: il 54% delle famiglie italiane opta per ricette della tradizione regionale. In calo (30-40%) vendita di uova di cioccolato e colombe
Coldiretti, DOLCI TIPICI, PASQUA, UOVA, Non Solo Vino
La pastiera, dolce tipico della Pasqua di napoli, nella versione di Antonino Cannavacciuolo

Sarà una Pasqua completamente diversa. L’emergenza sanitaria sta costringendo gli italiani in casa favorendo un prepotente ritorno in cucina, tanto che più di una famiglia su due (54%) non comprerà il classico uovo di cioccolato ma preparerà in cucina i dolci della tradizione regionale. Emerge dall’indagine Coldiretti-Ixè sulla Pasqua degli italiani al tempo del Coronavirus, che va ad aggiungersi a dati chiarissimi: nella settimana precedente a quella Santa si è verificato un balzo record negli acquisti degli ingredienti base, dalla farina (+213%) al lievito di birra (+226), dal mascarpone (+100%) al miele (+68%), dal burro (+86%) allo zucchero (+55%) fino alle uova (+54%), rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre si segnala un calo tra il 30 e il 40% dei ricavi della vendita di uova di cioccolato e colombe (elaborazioni Coldiretti su dati Nielsen).
Non mancheranno invece le uova “ruspanti”.
Secondo Coldiretti saranno oltre 400 milioni: consumate sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole o utilizzate in prodotti industriali e artigianali o in ricette tradizionali regionali. Dalla Lombardia alla Sicilia, dal Veneto alla Puglia, ogni territorio offre le sue specialità di pasticceria alla Pasqua italiana, elencate una a una dalla Coldiretti.

C’è la Cuzzupa calabrese, dolce di antica origine che simboleggia la fine del digiuno di quaresima dove l’uovo sodo al centro di questa golosità è il simbolo della resurrezione, oppure le Scarcelle pugliesi, biscotti decorati, farciti con un uovo sodo, il cui nome potrebbe ricondurre proprio alla necessità di scarcerare l’uovo dal dolce. In Abruzzo ci sono gli scenografici Cavalli e Pupe, biscotti a base di pasta frolla che ospitano un uovo sodo attorno alla pancia, mentre in Friuli Venezia Giulia invece, specialmente e Trieste, si gusta la Pinza, una sorta di brioche non molto dolce, che si adatta ad essere accompagnata, la mattina di Pasqua, da salumi e formaggi oppure da confetture fatte in casa. In Campania spopola la Pastiera, capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d’arancio, mentre in Lombardia la regina è proprio la Colomba diffusasi poi nel resto del Belpaese. In Emilia oltre ad aver fatto nascere la prima Colomba di farina di grano Giorgione 100% Made in Italy, si può gustare il Bensone uno dei dolci più antichi e tipici della tradizione modenese fatto di una pasta frolla arrotolata e spesso farcito con il “savòr”, una marmellata di mosto d’uva.
In Piemonte a Pasqua non si può non gustare il Salame del Papa, salame di cioccolato a base di burro, uova, biscotti sbriciolati e nocciole. Nelle case degli altoatesini a Pasqua è onnipresente un pane pasquale all’anice conosciuto con il nome tedesco di Fochaz, mentre in Sardegna, nelle feste, sono protagoniste sia le Pardulas, a base di formaggio o ricotta, sia le Aranzade Nuogoresi, fatte di sottili strisce di scorsa d’arancia cotte nel miele e condite con scaglie di mandorle. Nelle Marche le “vergare” iniziano a impastare le Ciambelle chiamate “strozzose” il giorno della passione di Cristo per farle riposare e cuocere il giorno di Pasqua, così come occorrono due giorni di tempo per preparare in Ciociaria, nel Lazio, la morbida Pigna pasquale che è anche il dolce tipico della Resurrezione cristiana in Molise.
In Toscana invece regna sovrana la Schiacciata Pisana che è un pane dolce dall’inconfondibile aroma di anice che viene accompagnato dal vin santo tipico della Regione. In Umbria immancabile a Pasqua la Ciaramicola, un dolce tipico con alchermes, meringa e zuccherini colorati. In Veneto ci sono le Brassadele, dolci amati dai Veronesi la cui forma ricorda in qualche modo la corona di spine portata da Gesù e la classica Fugassa, con farina, burro e uova. Vengono dalla Basilicata le Pannarelle, simili alle Scarcelle pugliesi, spesso a forma di treccia e chiuse a cerchio, per evocare l’idea di un cestino pieno di dolci per i bambini. Nella sfilata dei dolci pasquali regionali non può mancare la Sicilia con la Cuddura cu l’ova, antica preparazione che al suo interno contiene uova sode intere. Le forme della Cuddura possono essere diverse a seconda di chi le prepara, per esempio le fidanzate la preparavano a forma di cuore per il loro promesso sposo, oppure si modellava a campana per simboleggiare lo scampanio festoso del giorno di Pasqua o ancora a cestino per augurare abbondanza.

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