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UNA STAGIONE ESTIVA DEBOLE, MA NON DRAMMATICA: PER FIPE-CONFOMMERCIO GLI ESERCENTI DENUNCIANO UN CALO DI TURISTI DELL’1,3% A LUGLIO. PIÙ STABILE AGOSTO, CON UN -0,2%. E PER I CONSUMI, MENO VINO E SUPERALCOLICI, PIÙ BIRRA, BIBITE E GELATI

Meno superalcolici, vino, pesce e dolci, e più birra, aperitivi e soprattutto gelati, bibite, panini, pizza, frutta e verdure: ecco le ripercussioni dei cambiamenti dello stile vacanziero dei turisti. Lo dice un’indagine del Centro Studi Fipe-Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) basata sulle risposte fornite dai gestori di pubblici esercizi in grado di intercettare qualsiasi forma di turismo. L’ultima tendenza è la vacanza mordi e fuggi: tre giorni all’anno in una località, altri cinque in un’altra, poi dieci e così via, è questo il nuovo modo di trascorrere le ferie. Sarà per la crisi economica, sarà per un nuovo stile di vita o per i continui inviti a scaglionare le vacanze, per le tecnologie che rendono la calura estiva più sopportabile in casa e in ufficio, ma in Italia e in tanti altri Paesi si è riscoperto il piacere delle vacanze brevi, su più periodi, per più frequentemente la quotidianità. E così il vacanziere di trent’anni fa con la valigia in mano gonfia di vestiti per un mese di soggiorno lascia il posto al nuovo turista con il trolley piccolo e maneggevole. E se la nuova tendenza fa soffrire chi incentrava gli affari in maniera esclusiva sulla stagione estiva, le micro-vacanze sembrano favorire il sistema turistico nel suo complesso e soprattutto quelle destinazioni che possono contare su un efficiente sistema di servizi integrati.
Dall’analisi Fipe, condotta su riscontri reali e non sulle intenzioni dei vacanzieri, risulta che nei due mesi di inizio stagione 2009 l’andamento è stato fievole sul 2008. I dati misurati sulle presenze turistiche parlano chiaro: per il 60% degli esercenti giugno e soprattutto luglio sono trascorsi sottotono e si spera in un andamento migliore per le settimane di agosto.
“L’estate turistica mostra qualche prevedibile debolezza, ma non sarà una debacle - sottolinea Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe - perché alle ferie estive non si rinuncia, nemmeno in periodo di crisi. E sarà così anche nei prossimi anni. L’estate rimarrà lo zoccolo duro del nostro turismo anche per un aspetto climatico e difficilmente potrà essere modificabile nella sua concezione tradizionale. Le possibilità per lo sviluppo del turismo, allora - prosegue Stoppani - vanno ricercate negli altri periodi dell’anno che il turista, anche quello italiano, dimostra di gradire, cercando di ottimizzare il suo budget turistico annuale e accelerando quel processo di destagionalizzazione da tutti auspicato anche per elevare il tasso di produttività e di efficienza del settore”.
Le nuove tendenze dei turisti si sono però tradotte in termini di fatturato in una perdita di circa 1,2 miliardi di euro per i primi due mesi estivi del 2009, pari a un -3,7% sul 2008. A spendere meno saranno soprattutto gli italiani che consumeranno meno superalcolici, vino, pesce e dolci, ma si lasceranno andare su birra, aperitivi e soprattutto su gelati, bibite, panini, pizza, frutta e verdure. Sulle destinazioni, il calo maggiore è registrato nelle località di montagna e nei laghi, perdono poco le località marittime, mentre sembrano tenere le città d’arte e i centri minori. La perdita del turismo straniero riguarda maggiormente tedeschi, francesi e olandesi, americani e giapponesi, queste ultime due nazionalità penalizzate anche dalla rivalutazione dell’euro.

Focus - L’indagine del Centro Studi Fipe: “La stagione estiva 2009”
Tengono le presenze
Per il 60% degli intervistati la prima parte della stagione estiva 2009 (giugno e luglio) si è rivelata sottotono sul 2008. Per uno su quattro poco è cambiato, mentre il 15% degli intervistati ritiene che le cose siano andate perfino meglio. Il quadro si fa meno grigio includendo, nelle valutazioni, anche le aspettative sulla seconda parte della stagione estiva che comprende agosto, mese decisivo per le sorti dell’intera stagione. Diminuisce sensibilmente la quota dei pessimisti (dal 60% al 42,5%) e altrettanto sensibilmente sale la quota di coloro che ritengono la stagione 2009 in linea con quella dell’anno precedente. Il giudizio degli operatori diverge a seconda che si tratti di valutare il trend dei flussi turistici o quello degli incassi: nel primo caso si registra un sentiment improntato a sostanziale stabilità, soprattutto per la componente turistica nazionale, nel secondo le valutazioni negative risultano più intense e trasversali all’intero campione.
Luglio 2009, la performance più negativa
Sulla base delle indicazioni fornite dagli operatori la stagione estiva 2009 potrebbe chiudersi con una leggera flessione del movimento turistico stimabile in meno di un punto percentuale (-0,8%). In valore assoluto, si tratta di una perdita di 3,6 milioni di presenze. E’ luglio il mese con la flessione più consistente pari a -1,3%. Agosto pare mantenere le posizioni 2008, con una flessione marginale (-0,2%). I dati indicano la sostanziale tenuta della stagione estiva in termini di flussi in linea con le più recenti dinamiche del movimento turistico. Si va consolidando, ancor più in un contesto di crisi economica come l’attuale, la tendenza a diversificare la vacanza nel corso dell’anno non rinunciando a quella principale estiva ma, magari, sacrificandone una parte per durata, per spesa o per entrambe.
Negli ultimi quattro anni il peso dell’estate sulle vacanze complessive degli italiani, pur restando prevalente, si è progressivamente ridotto. E’ cresciuto, di contro, il peso di tutti gli altri periodi dell’anno. Nel 2008, quando la crisi già mordeva, le notti di vacanza degli italiani sono rimaste sostanzialmente invariate nel periodo estivo, ma sono aumentate del 24% nel trimestre ottobre-dicembre. Incrementi, sebbene più contenuti, hanno riguardato anche il primo e il secondo trimestre.
La stagione estiva costituisce, oramai, un mercato maturo che rimane fondamentale per il complesso dell’economia turistica, ma che non può essere preso a riferimento per valutarne potenzialità e dinamiche di sviluppo. In definitiva, la destagionalizzazione del turismo, un fenomeno strutturale che la crisi sta soltanto accelerando, fa si che i bilanci sull’economia turistica vadano riferiti sempre meno all’estate e sempre di più agli altri periodi dell’anno. In questo nuovo scenario a soffrire saranno le imprese stagionali, mentre prospettive incoraggianti si aprono per le imprese permanenti. Anche nel turismo si va affermando un modello di consumo, già ampiamente diffuso nella vita di tutti i giorni, che tende a spalmare il budget sul maggior numero di occasioni di spesa/vacanza.
Cala la spesa
Nella stagione estiva 2009 la leggera flessione delle presenze e la più consistenze riduzione della propensione al consumo rilevata dagli intervistati determinerà una perdita di fatturato stimabile in 1,2 miliardi di euro (-3,7% sul 2008), di cui 940 milioni di euro da parte degli italiani e 220 milioni da parte dei turisti stranieri. Gli effetti da “braccino corto” si fanno già sentire sui pubblici esercizi: flessioni significative si registrano sui consumi di superalcolici, vino, pesce e dolci; resistono birra e aperitivi; crescono, invece, i consumi di gelati, bibite, panini, pizza, frutta e verdure.
Tengono i centri minori, in sofferenza i laghi
Il turismo nei centri minori mantiene un profilo di sostanziale stabilità (+0,6%). Lo stesso può dirsi per le città d’arte sebbene qui si avverta qualche leggero segnale di flessione (-0,2%). Più difficile, ma non drammatico, il quadro del turismo balneare con una flessione di presenze stimata in circa mezzo punto percentuale (-0,7%). In perdita località montane (-2,6%) e, soprattutto, lacuali (-3,4%).
In leggero calo le presenze straniere

Le indicazioni provenienti dalle imprese fanno prevedere una flessione del turismo internazionale nell’ordine di due punti percentuali (-1,8%), mentre il calo delle presenze italiane si registra contenuto in mezzo punto (-0,5%). Vengono dati in aumento i turisti dei Paesi dell’est Europa, principalmente russi. Stabili i flussi provenienti dalla Cina e dai Paesi del nord Europa. In calo giapponesi e americani. In forte calo tedeschi, francesi e olandesi.
Prezzi stabili

I prezzi dei servizi turistici - dall’albergo al campeggio, dal ristorante al bar, dallo stabilimento balneare alla discoteca - sono fermi per l’80% degli intervistati. Uno su dieci ha fatto qualche ritocco all’insù e sempre uno su dieci lo ha fatto all’ingiù. A conferma delle indicazioni fornite dalle imprese, c’è il dato sull’inflazione di luglio 2009 in alberghi e ristoranti, che ha fatto segnare una variazione di appena lo 0,6% sullo stesso mese del 2008.

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