Con il voto contrario dell'Italia e l'astensione della Francia, è chiuso, dopo 2 anni di analisi e dibattiti, il negoziato al Comitato di gestione del vino nell'Unione Europea sulla protezione delle menzioni che potranno apparire sull'etichetta. In tutto sono 17 le menzioni italiane che ricevono una forte protezione dall'Europa e non potranno essere utilizzati dai paesi terzi sul mercato comunitario. Altre 49 menzioni italiane, ottengono invece una protezione minore in quanto potrebbero essere utilizzate a determinate condizioni da altri Paesi: ad esempio, se un prodotto con quella menzione viene già
esportato nell'Ue da almeno 10 anni. Un caso tipico è il termine "Brunello", che a differenza della denominazione d'origine "Brunello di Montalcino" tutelata dall'Ue, rischiava di essere utilizzato da altri Produttori e che ora rientrerà nelle menzioni previste da Bruxelles. Ma ci sono anche altri nomi non meno conosciuti che saranno riservati all'Italia come Amarone, Cannellino, il
viterbese Est est est o il foggiano Cacc'e mitte e ancora
il Morellino, il Passito, il Recioto. L'Italia ha votato contro, stando a quanto riportato oggi dall'agenzia Ansa, al Comitato di gestione vino (in cui sono riuniti i rappresentanti del settore dei Quindici e della Commissione) in quanto dovrà condividere con la Grecia il
termine Vinsanto, mentre le menzioni Ruby' e Vintage
dovranno essere riservate al Porto. Tuttavia non è escluso,
spiegano gli esperti, che per i due termini possa essere
utilizzata la traduzione italiana in Rubino e Vendemmia.
Il negoziato si è chiuso con un "assenza di parere" da
parte del Comitato, ma questo non impedirà alla Commissione
europea di mettere a punto la sua decisione finale nelle
prossime settimane. Solo una maggioranza qualificata di paesi contraria alla posizione di Bruxelles avrebbe permesso di bloccare il provvedimento. E' atteso quindi entro aprile (l'attuale regolamento è stato prorogato fino a quella data) il provvedimento della Commissione sulla sulla designazione e presentazione dei vini: l'ultimo, che permetterà di completare l'applicazione dell'intera riforma del settore, decisa dal vertice europeo di Berlino nel 1999.
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