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UNIONE EUROPEA: VERSO UNA NUOVA GEOGRAFIA DELLE AREE AGRICOLE SFAVORITE (E DEI CONTRIBUTI)

Ridisegnare la mappa delle regioni agricole sfavorite in Europa a causa di handicap naturali, dovuti alle reali asperità di terreni e territori, e assegnare i finanziamenti e i contributi per l’agricoltura non più in base alle situazioni socio-economiche degli Stati, ma in basse alle difficoltà “naturali”. È la rivoluzione sul tema che ha intrapreso oggi la Commissione Europea, che punta ad un obiettivo ben definito: arrivare ad un meccanismo di distribuzione più equo e mirato degli aiuti europei agli agricoltori che si impegnano, con il loro lavoro, a tutelare il territorio, il paesaggio e l’ambiente in zone sfavorite che non sono né la montagna né le isole.

“L’obiettivo non è di restringere o di ampliare le zone svantaggiate - come ha chiarito la Commissaria all’Agricoltura Mariann Fischer Boel - ma definire un metodo trasparente per poterle delimitare”, prendendo come riferimento il suolo e il clima e non la situazione socio-economica come avviene ora.

La sfida è importante e per nulla semplice: si tratta di rivedere la mappa del 31% delle terre coltivate in Europa, dopo che la Corte dei Conti Europea ha denunciato nel 2003 l’iniquità del sostegno nei confronti degli agricoltori dei diversi Stati membri che operano in quelle aree: un produttore spagnolo nelle zone svantaggiate del suo Paese riceve globalmente un aiuto di 16 euro l’ettaro contro i 215 euro di un produttore belga; un agricoltore italiano ottiene mediamente 81 euro l’ettaro, contro un media Ue di 74 euro l’ettaro.

Come si legge in una nota di Confagricoltura, che vede nel progetto “un importante passo in avanti, che conferma gli impegni assunti in sede comunitaria, ricorrendo a parametri omogenei fra gli Stati membri”, ogni Paese dell’Unione adesso effettuerà delle simulazioni tecniche per individuare i territori da riclassificare, in modo da consegnare i risultati ai servizi della Commisione di Bruxelles entro il 21 ottobre 2009.

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