Un’alleanza tra il Ministero delle Politiche Agricole e i cultori dell’enogastronomia nazionale radunati nell’Accademia Italiana della Cucina (7.500 accademici, 312 delegazioni e legazioni e centri studi territoriali) per valorizzare all’estero le eccellenze del cibo e vino made in Italy con programmi di promozione concordati assieme e utili a difendere il made in Italy dai tanti attacchi a cui è esposto: è il senso del protocollo d’intesa, firmato oggi a Roma, tra il Ministero delle Politiche Agricole e l’Accademia Italiana della Cucina. L’accordo, siglato dal Sottosegretario con delega al vino Gian Marco Centinaio e, per l’Aic, dal presidente Paolo Petroni, si propone tra l’altro di sostenere e diffondere le peculiarità della Dieta Mediterranea favorendone la salvaguardia, ma anche individuare sinergie utili al miglioramento delle produzioni gastronomiche e agroalimentari attraverso il rispetto dei criteri di sostenibilità, certificazione della qualità e sicurezza dei cibi e rispondere alle crescenti esigenze dei consumatori e al cambiamento degli stili di vita “con una più diretta e puntuale informazione ai cittadini per renderli consapevoli delle loro scelte alimentari - si legge nel protocollo - in linea con un corretto equilibrio nutrizionale”. Le due parti si attiveranno inoltre per intraprendere in sinergia una serie di attività di comunicazione pubblica e campagne d’informazione su tematiche specifiche, anche nelle scuole. Saranno anche organizzati convegni, seminari e altre iniziative per valorizzare le produzioni alimentari made in Italy, “evidenziando il legame con il comparto agricolo agroalimentare ittico italiano, rimarcando la peculiarità della nostra cucina, indissolubilmente legata ai territori regionali di provenienza”.
“Ben venga questo protocollo in un momento in cui la cucina e l’agroalimentare italiano sono sotto attacco - ha osservato il Sottosegretario Centinaio - è un momento difficile, in cui si parla di nuovi prodotti agroalimentari che arrivano dall’estero, si parla di Italian Sounding, si parla di etichettature strane che arrivano dall’Europa, tutte cose che mettono in difficoltà quella che è la storia e la tradizione del nostro agroalimentare e l’identità stessa del Made in Italy. Questo protocollo d’intesa per tutelare e valorizzare questo asset culturale del nostro Paese è perciò un punto di forza, è un fatto importante poter lavorare insieme per presentare in modo migliore in giro per il mondo quello che viene prodotto in Italia”. “Del resto continuo a sostenere - ha aggiunto Centinaio - che la cucina è l’ambasciatore del made in Italy nel mondo, il miglior modo per farci conoscere, far conoscere la nostra storia e le nostre tradizioni”.
“È proprio vero che in questo momento la cucina italiana sta vivendo un momento di difficoltà - ha rimarcato il presidente Aic, Paolo Petroni - perciò è importante questo protocollo. Tra gli ultimi attacchi arrivati alla nostra enogastronomia, quello sul vino l’abbiamo scampato per un vino. Mettere un bollino nero al vino significava non farlo bere più. Non parliamo del Nutriscore che penalizza tutti i prodotti tipici italiani. Ben vengano le etichette che spiegano qual è la differenza tra un olio extravergine che costa 3 euro ed uno prodotto sul territorio che ne costa 25-30 euro, ma dire che il vino fa male, non è accettabile. Avere un partner come il Ministero ci fa molto pacere, insieme possiamo lavorare molto bene”.“Stiamo lavorando tutti nella stessa direzione - ha commentato ancora il sottosegretario Centinaio - e c’è una parte del Paese, soprattutto quello legato al Made in Italy, all’agroalimentare, che lavora unito, vedi la vicenda Prosek. È una vicenda in cui stiamo tutti dalla stessa parte e stiamo coinvolgendo gli altri Paesi. L’Italia sta dimostrando che i mille campanili in questo momento nell’agroalimentare non ci sono e quindi otteniamo risultati importantissimi, come la cifra record di 52 miliardi di esportazioni che sembrava fino a poco tempo fa un traguardo lontano”.
“Il piatto e il prodotto agroalimentare - ha rilevato Centinaio - sono il più grande spot pubblicitario per il territorio da cui arriva il prodotto. Prendiamo il vino, con un bicchiere di vino raccontiamo la vigna, la storia del vignaiolo, racconto il territorio, cosa c’è su quel territorio, da dove arriva quella tipologia di vino, che altri prodotti agroalimentari ci sono, eventi storici, posso dire che in quel territorio si fanno iniziative cuturali, che è un territorio accogliente. Perciò il lavoro che dobbiamo fare tutti è questo: con un piatto di prodotti 100% made in Italy raccontare il nostro Paese e costruire il pacchetto turistico che attrae i visitatori stranieri”.
Un momento difficile a cui si contribuisce lo scoppio della guerra nel cuore dell’Europa. Al Sottosegretario Winenews ha chiesto quali impatti negativi si possono prevedere. “La guerra in Ucraina - ha detto - è la punta di un iceberg di problemi precedenti, pensiamo all’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime, del grano che non è un problema solo di Rusia-Ucraina ucraina ma nato già lo scorso anno con la carenza produttiva avvenuta in Canada. Cosa facciamo per sostenere i nostri produttori? Abbiamo messo sul tavolo un miliardo 200 milioni per i progetti di filiera, serviranno all’agroalimentare italiano a far arrivare sulla tavola prodotti di qualità a prezzi contenuti. La speranza poi è che il conflitto in Ucraina finisca il prima possibile perché non conviene a nessuno”.
Il presidente Aic Paolo Petroni ha sottolineato, ai microfoni di Winenews, i pericoli che vengono dalle etichette nutrizionali penalizzanti per la Dieta Mediterranea: “il protocollo con il Ministero delle Politiche Agricole - ci ha commentato - valorizza la cucina mediterranea in un momento in cui è particolarmente sotto attaccata. Tutti sanno che è criticata all’estero per i troppi grassi, troppi zuccheri, e via dicendo, e con il “sistema Nutriscore” il nostro patrimonio gastronomico sarebbe fortemente penalizzata. Sosteniamo naturalmente il sistema di etichettatura proposto dall’Italia. Ho criticato sempre le etichette che non devano informazione corrette, poi negli anni sono state migliorate. Questa lotta tra alcuni Paesi e l’Italia ci danneggia perché va a vantaggio della grande industria, dove con lampade germicide e con mescolamenti vari fanno prodotti che da punto di vista igienico-sanitario sono perfetti ma il prodotto agroalimentare è un altra cosa, non si fa in laboratorio”. Il presidente AIC Paolo Petroni si dice d’accordo anche sull’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole richiesta da più parti: “sono d’accordo - ha detto ancora a Winenews - tanto è vero che abbiamo pubblicato un volume bellissimo che è la Storia della cucina italiana a fumetti dedicata alle scuole dalla quinta elementare in su e sta ottenendo un grandissimo successo. Ma l’educazione alimentare deve essere presente in tutti gli istituiti alberghieri, che finora non hanno insegnato molto sulla storia e cultura della cucina italiana, invece i cuochi che vengono da lì devono sapere cosa è la cucina italiana che non è solo spadellare Ormai i giovani cuochi non sono più gli ignoranti di una volta, sono molto acculturati e sono molto attenti a quello che sono gli sviluppi della storia e della cultura gastronomica italiana”.
E, anche se le trasmissioni in tv con gli chef protagonisti sono considerate “puri show” dal presidente Aic, un merito lo hanno: “da quando ci sono queste trasmissioni - ci ha detto Petrini - le iscrizioni agli Istituti alberghieri sono triplicate, hanno fatto vedere ai giovani che andare agli Istituti alberghieri non era un ripiego di un poveraccio che non può fare il Liceo Classico. Però è vero che pochissimi che vanno all’alberghiero proseguano nella professione. Tanto è vero che la mancanza di cuochi in Italia è notevole, molti se ne vanno all’estero, perché rispetto all’Italia stanno bene, sono attrezzati meglio. Questo è il problema!”.
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