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“Urge una proposta politica che tuteli la specificità della normativa sul vino anche dopo la conclusione della Pac nel 2020”: così Antonio Rallo, presidente Unione Italiana Vini, nell’assemblea del Comité Européen des Entreprises Vins, in Sicilia

Italia
Il presidente di Unione Italiana Vini Antonio Rallo

“È urgente elaborare una proposta politica che privilegi la competitività del nostro settore per arrivare in tempo alla scadenza del 2020 favorendo un orientamento che assicuri la specificità normativa sul vino non solo legata al budget finanziario, ma anche alla gestione e protezione delle Do e delle Ig, oltre che all’etichettatura”.

Parola di Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini che, in Sicilia, tra le cantine di Donnafugata, a Marsala, e di Planeta, a Sambuca di Sicilia, ha ospitato l’assemblea generale del Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), che raccoglie le associazioni dei produttori vitivinicoli comunitari, ovvero 23 organizzazioni in rappresentanza di migliaia di imprese che esprimono oltre il 90% dell’export europeo di vino.

Tra le tematiche prioritarie al centro dei lavori, che decideranno le sorti del comparto per i prossimi anni, c’era proprio il nuovo assetto normativo che regolerà la vitivinicoltura europea dopo la conclusione della Pac nel 2020.


Tema sul quale “l’impegno di Unione Italiana Vini, al fianco di Comité Vins - ha detto Rallo - si muoverà per impedire che la specificità normativa del vino si “smarrisca” nella più ampia regolamentazione agroalimentare, come vorrebbero le istituzioni europee, e per sollecitare una revisione al rialzo del budget previsto per il settore. Non possiamo e non vogliamo che il vino europeo rischi di perdere la propria leadership danneggiando pesantemente un comparto che, all’interno della relativa dinamica economico-produttiva, interpreta valori sociali occupazionali e di sostenibilità dei territori estremamente importanti, contribuisce alla conservazione delle tradizioni e alla valorizzazione delle identità culturali”.

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