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LO SCENARIO

Usa, cresce l’import di vino nei primi 3 mesi 2025 (pre dazi). La Francia vola, l’Italia insegue

1,7 miliardi di euro (+21% sul 2024) per 328 milioni di litri (+3,9%), secondo l’Organización Interprofesional del Vino de España (Oive)

Il mercato del vino è sempre più difficile da interpretare. Anche nei numeri. E guardando agli Stati Uniti, che giocano un ruolo di primissimo piano per le sorti economiche del settore, primo mercato straniero per il vino italiano, ed ovviamente sotto i riflettori più che mai per la questione dazi, emergono da tempo notevoli contraddizioni. Perché se chi monitora i consumi finali parla di un calo importante da tempo, come registrano per esempio i dati SipSource o dell’Osservatorio di Unione Italiana Vini - Uiv (su dati Nielsen IQ), i numeri delle esportazioni verso gli Usa continuano ad essere positivi, come raccontano i dati Istat sui primi 2 mesi dell’anno (che registrano comunque un trend di rallentamento), ma anche quelli sul primo trimestre 2025 dell’Organización Interprofesional del Vino de España (Oive). Secondo cui le importazioni di vino dagli Stati Uniti, nei primi tre mesi dell’anno (quindi con i dazi ancora “solo” minacciati, visto che sono in vigore nella misura del 10% dai primi di aprile, e così sarà almeno fino al 9 luglio, ndr), sono cresciute ben del 21,6% in valore sullo stesso periodo 2024, per 1,7 miliardi di euro, e del 3,9% in volume, per 328,4 milioni di litri, con un prezzo medio al litro di 5,32 euro, in crescita del 17%. Con un aumento impressionate della Francia, che si prende di netto il primato provvisorio in valore, con 723,9 milioni di euro, +51% sui primi 3 mesi 2024, seguita dall’Italia, a 548 milioni di euro tra gennaio e marzo 2025, con un incremento del +17,1%, secondo l’Oive. Italia che si conferma leader in volume, con 93,1 milioni di litri (+16,6%), davanti alla stessa Francia, con 52,4 milioni di litri (+37,2%).
Sul podio, per valore, al terzo posto c’è la Nuova Zelanda, che perde però il 19,5%, e si ferma a 124,4 milioni di euro, mentre in volume c’è il Canada (tra i primi Paesi del mondo coinvolti nella guerra dei dazi con gli Usa, ndr), con 42,8 milioni di litri, ed un calo del -29%.
Stando ai dati Oive, si conferma enorme, dunque, la differenza di prezzo medio tra i vini d’Italia e di Francia: 13,8 euro al litro per i vini transalpini, 5,8 euro per quelli del Belpaese (comunque sopra la media).
In ogni caso, sottolinea l’Oive, le importazioni di vino in Usa sono in positivo anche guardando ai 12 mesi tra marzo 2024 e marzo 2025, con un crescita netta in valore (+14,6%), per 6,5 miliardi di euro, a fronte di una sostanziale stabilità in volume (+0,9%) a 1,2 miliardi di litri.

Tra le curiosità, pur con valori assoluti bassissimi, spicca la crescita delle importazioni di vino dal Regno Unito, con un +777% in valore, a 5,9 milioni di euro, e del +1.867%, a 914.844 litri.

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