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Vacanze in Italia estate 2016, mai così alta la spesa turistica per cibi e bevande con un terzo del budget di italiani e stranieri destinato alla tavola per un totale di 12 miliardi di euro. Così Coldiretti-Ixè. Ma sui viaggi “c’è l’ombra terrorismo”

Italia
Vacanze in Italia estate 2016, mai così alta la spesa turistica per cibi e bevande

Non è mai stata così alta la spesa turistica per cibi e bevande, con un terzo (32%) del budget di italiani e stranieri in vacanza estiva nel territorio nazionale destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti enogastronomici, per un importo complessivo stimato in circa 12 miliardi di euro. Emerge dall’analisi Coldiretti-Ixè sulle “Vacanze Made in Italy” nell’estate 2016, presentata oggi a Roma nell’assemblea dell’organizzazione agricola. Analisi che, sottolinea Coldiretti, evidenzia una vera e propria svolta dovuta all’aumento delle presenze di italiani e stranieri, ma anche alla ricerca di relax e tranquillità a tavola di fronte ai recenti episodi internazionali, con “l’ombra del terrorismo” che condiziona più di 1 italiano su 4 (27%) sui 35 milioni che andranno in vacanza nell’estate 2016, e con la maggioranza che, di conseguenza, decide di trascorrere le proprie vacanze in Italia (la percentuale sale al 41% tra i giovani tra i 18 ed i 24 anni, tra i quali è più diffusa la tendenza ad andare all’estero in vacanza). Al contrario, precisa Coldiretti, si registra un aumento degli arrivi dei turisti stranieri in Italia (+1,8% tra maggio ed ottobre secondo le stime).
“Il cibo e le bevande sono diventate la prima voce di spesa turistica in Italia, ma si classificano anche tra le principali motivazioni che spingono gli arrivi degli stranieri e che influenzano la scelta dei luoghi di villeggiatura” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “dalle scelte a tavola in vacanza dipende buona parte dell’indotto economico e di circa 1 milione di lavoratori che trovano occupazione nelle attività turistiche in Italia”.

Nell’estate del 2016 si registra una positiva inversione di tendenza, con gli italiani che ritornano a mangiare fuori in aumento del 13% sul 2015, per un totale del 64% che frequenterà ristoranti, trattorie, agriturismi o pizzerie, anche se resta un significativo 36% che invece mangerà soprattutto a casa, propria o di parenti e amici. La convivialità a tavola è uno dei principali motivi di svago, tanto che il 30% degli italiani ritiene che il successo della vacanza dipenda soprattutto dal buon cibo, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.
Inoltre, si evidenzia una crescente tendenza degli italiani ad esprimere la propria curiosità turistica a tavola sperimentando piatti locali diversi da quelli abituali. In vacanza quando mangiano fuori 3 italiani su 4 (74%) chiedono prodotti tipici del luogo in cui si trovano, ma c’è anche uno zoccolo duro del 17% che vuole la stessa cucina di casa a cui è abituato, mentre appena una minoranza del 7% si sente a suo agio con i piatti internazionali. Un atteggiamento che premia l’agriturismo, dove si prevedono oltre 6,5 milioni di presenze nell’estate 2016, anche perché garantisce un ottimo rapporto prezzo/qualità. Cosa fanno gli italiani in vacanza d’estate? Il 70% visita frantoi, malghe, cantine, aziende, sagre, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a Km 0 direttamente dai produttori e ottimizzare il rapporto prezzo/qualità, ma anche per conoscere la storia, la cultura e le tradizione che racchiude il prodotto. In molti casi la vendita è accompagnata anche dalla possibilità di assaggi e degustazioni “guidate”, che consente di fare una scelta consapevole difficilmente possibile altrove, ma anche di vedere di persona i processi produttivi.

Condizionati dagli episodi di terrorismo internazionale, dei 35 milioni di italiani che hanno scelto di andare in vacanza nell’estate 2016, secondo l’indagine Coldiretti-Ixè solo il 27% si recherà per qualche giorno in un Paese europeo ed il 9% negli altri Continenti, soprattutto negli Usa e in Asia. E in Italia anche se resta il mare a fare la parte del leone per 7 italiani su 10, seguito dalla montagna con il 24%, si assiste alla ricerca di alternative meno affollate con il raddoppio delle presenze in campagna che è scelta dal 9% dei vacanzieri. L’abbandono di mete considerate pericolose riguarda in realtà il turismo internazionale nel suo complesso con la Turchia, la Tunisia, l’Egitto in grande sofferenza, ma anche la Francia. Per contro, quasi la metà dei vacanzieri estivi lungo la Penisola sarà straniero con Germania, Usa e Francia che salgono sul podio degli arrivi nel Belpaese in ordine decrescente. La questione della sicurezza, spiega Coldiretti, è uno dei fattori che influenza la destinazione della vacanza, ma insieme alla storia e alla cultura il vero valore aggiunto del soggiorno in Italia è diventato il cibo: più di 6 stranieri su 10 in vacanza (62%) fanno shopping di cibo, che batte nettamente negli acquisti i tradizionali souvenir (50%), l’abbigliamento (48%) e l’artigianato (25%).

La passione per il cibo raggiunge l’apice per i russi con una percentuale dell’87%, spinta anche dall’embargo che ha fatto sparire i prodotti italiani dalle loro tavole, ma è trasversale per tutti i Paesi, dalla Germania all’Inghilterra e alla Francia, ma anche Usa, Cina, e Giappone, secondo uno studio Confimprese. Vino, formaggi ed olio di oliva made in Italy raccolgono gli interessi dei turisti stranieri anche se con aspettative diverse a seconda delle nazionalità. L’apprezzamento per il vino ad esempio varia molto con gli americani che amano particolarmente, secondo Coldiretti, il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco, che piace però molto anche ai tedeschi, insieme all’Amarone della Valpolicella ed al Collio, mentre i russi bevono soprattutto Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti e gli inglesi Prosecco, Chianti, Barolo.
L’Italia del resto, ricorda ancora una volta la Coldiretti, ha conquistato la leadership mondiale nel turismo enogastronomico grazie a 283 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma ha conquistato anche il primato green con quasi 50.000 aziende agricole biologiche in Europa e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm a tutela del patrimonio di biodiversità, senza dimenticare i quasi 22.000 agriturismi, i circa 10.000 mercati e fattorie dove acquistare a Km 0 direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica, le centinaia di Città dell’Olio, del Vino, del Pane e non solo, oltre ai numerosi percorsi enogastronomici, feste e sagre di ogni tipo.

“Occorre lavorare per garantire l’originalità dell’offerta enogastronomica che rappresenta un valore aggiunto inestimabile dal punto di vista storico, culturale e soprattutto turistico, ma che purtroppo rischia di essere compromessa sotto la pressione dell’omologazione” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “i turisti italiani e stranieri si aspettano di mangiare prodotti della tradizione locale che sono la vera forza della vacanza made in Italy, conquistata con la distintività, la biodiversità e il legame con il territorio”.

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