
L’Italia non è certo un Paese avaro di cultura: ricca di storia, arte e letteratura, ma anche di una cultura enogastronomica variegata, legata a doppio filo ai suoi territori e driver sempre più importante, peraltro, del turismo. Ed è proprio per raccontare questo legame “eroico” tra il vino ed il suo territorio che nasce la mostra “Valtellina. Il Senso del Vino”, nella cornice di Palazzo Besta a Teglio (Sondrio), visitabile fino al 6 gennaio 2026. “Il Senso del Vino” è “un viaggio dell’anima e dei sensi - spiega Sara Missaglia, giornalista, wine educator, sommelier e curatrice scientifica della mostra - ho immaginato un percorso in cui il vino si svela attraverso il tatto, l’olfatto, la vista, e diventa racconto, emozione, presenza viva. È come camminare tra i filari della memoria, dove ogni profumo è un ricordo, ogni colore una suggestione, ogni consistenza una prova del legame con il territorio. In questa mostra la Valtellina del vino parla con tutti i sensi e invita ognuno a riscoprirsi parte del suo respiro più autentico e contemporaneo”. Il progetto propone un’esperienza multisensoriale e interattiva, concepita per coinvolgere i sensi: attraverso proiezioni immersive, ambientazioni evocative e installazioni pensate per la partecipazione attiva, la mostra invita a scoprire il vino non solo come prodotto, ma come espressione viva del territorio e della sua comunità.
Un percorso che parla a tutte le generazioni, dai più giovani agli adulti, proponendo percorsi educativi che valorizzano il tema del bere responsabile e della conoscenza consapevole, ma anche a persone con disabilità, grazie a strumenti multisensoriali, esperienze visive, olfattive e tattili che permettono anche a ipovedenti e non vedenti di vivere appieno l’esperienza, sottolineando il valore universale del vino come patrimonio culturale condiviso. L’esperienza della mostra è “un viaggio suggestivo attraverso un sapere antico - commenta Rosario Maria Anzalone, a capo della Direzione regionale Musei nazionali Lombardia - motore di traffici commerciali, elemento di aggregazione sociale e metafora religiosa, che si fa espressione del forte radicamento territoriale di Palazzo Besta” che, secondo Silvia Anna Biagi, direttrice del palazzo che ospita la mostra, essendo specificatamente pensato “per gli spazi del palazzo, fa rivivere l’antico legame dei Besta con la produzione vitivinicola valtellinese, testimoniata anche dai motti e graffiti inneggianti il vino presenti nelle sue cantine”.
La mostra è stata curata dalla Direzione Regionale Musei Lombardia (e quindi dal Ministero della Cultura), sviluppata da un’idea di Sara Missaglia e Giusi di Gangi e finalizzata con la direzione di Silvia Anna Biagi, direttrice di Palazzo Besta, ma anche grazie alla compartecipazione del Consorzio Media Valtellina, del Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano dell’Adda (Bim), del Comune di Teglio ed al contributo della Fondazione Pro Valtellina Ets, con il sostegno delle Cantine Nera Vini, Caven Vini e dell’Enoteca Le Rocce Poggiridenti.
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