È un piccolo “gioiello” italiano, ma è la più vasta area terrazzata d’Italia, un ecosistema ricco di biodiversità, dai meleti al bosco, e che vede negli 850 ettari di vigneti a viticoltura eroica la sua particolarità, nei terrazzamenti un “design strategico” (riconosciuto Paesaggio Rurale Storico e con i muretti a secco Patrimonio Unesco) e nel dialogo tra le Alpi, con il loro clima di montagna e le notevoli escursioni termiche, e il Lago di Como, con la sua brezza e le tante ore di sole, la genesi di un terroir vitivinicolo ad alta vocazione. Soprattutto, è un esempio di un territorio dove “la bellezza è un atto agricolo” e l’uomo opera insieme alla natura: un’armonia, fatta di storia, sapere ed identità che si ritrova nei suoi vini di montagna, a partire dallo Sforzato Docg, espressione unica del Nebbiolo delle Alpi, il vitigno autoctono la cui presenza è storia millenaria. E che, accanto al Valtellina Superiorie Docg (che ne fa l’unica area vitivinicola in Italia a fregiarsi di due Docg congiunte nella stessa zona produttiva) e al Valtellina Doc (per una produzione media di 3 milioni di bottiglie, con le cinque sottozone Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella), è il simbolo del territorio, per il forte legame con la tradizione e il costante studio per un continuo miglioramento, da parte di piccoli viticoltori, aziende agricole, case vinicole, protagonisti storici ed emergenti - sono 2.000 i viticoltori - che raccontano il presente e il futuro del territorio, anche grazie ai riconoscimenti della critica mondiale, da “Wine Spectator” a “Wine Enthusiast”.
È sul connubio vino, bellezza e paesaggio che punta la Valtellina (come WineNews racconta in un video, che riproponiamo nel pieno della stagione invernale di cui rappresenta una delle mete più gettonate grazie anche alla sua enogastronomia, ricordando, su tutti, i formaggi come il Bitto, il Casera Dop, Pizzoccheri e Bresaola della Valtellina Igp, e come segnalato nella nostra agenda, ndr), con la regia del Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina, facendo sistema per promuovere la sua unicità e i suoi vini di qualità, come strumento di attrazione turistica.
Una destinazione riconosciuta anche dalla guida “Lonely Planet” 2023 con un’attenzione particolare alla Strada del Vino della Valtellina e al suo percorso tra vigne, terrazzamenti e panorami mozzafiato - 67 km di strada panoramica - per raccontare in maniera giovane e immediata le eccellenze vitivinicole del territorio. Eccellenze che, nei giorni scorsi, si sono raccontate a professionisti del mondo horeca ed appassionati wine lovers anche nella cosmopolita Milano, ad “Identità Golose”, in una degustazione di vini della Valtellina accompagnati da uno speciale abbinamento di piatti, realizzato da Edoardo Traverso, executive chef dell’hub internazionale di enogastronomia, studiato per esaltarne le singolari caratteristiche organolettiche e per immergersi completamente nella meravigliosa provincia di Sondrio.
“I vini della Valtellina incontrano sempre più interesse, da parte dei clienti e della stampa internazionale, parliamo del Nord Europa e degli Usa - ha detto, a WineNews, il presidente del Consorzio Danilo Drocco - che si sono finalmente accorti che esiste un Nebbiolo anche in Valtellina”. E che qui, in Lombardia, dà vita a vini diversi, più snelli, verticali e con sentori totalmente differenti, rispetto al Barolo, in Piemonte, “per la capacità dei viticoltori valtellinesi e per il cambiamento climatico che lo ha fatto diventare un Nebbiolo più facile da bere, per la sua grande piacevolezza, freschezza e sapidità che sono le caratteristiche che i consumatori oggi cercano nei vini contemporanei”.
Ma il futuro non è solo dentro al calice, e per quanto riguarda il territorio, ha spiegato Cristina Scarpellini, presidente Fondazione Provinea, “per tutelare i muretti a secco i produttori hanno a disposizione un Bando terrazzamenti della Regione Lombardia a sostegno dell’opera di manutenzione-ricostruzione, e un Bando continuativo sempre della Regione Lombardia che finalmente ha istituito due elenchi, uno per i Vigneti Storici e uno per i Vigneti Eroici, che ci permetteranno di iscrivere le vigne ed avere una via agevolata ai piani di finanziamento”.
E come ha spiegato, a WineNews, Isabelli Pellizzatti Perego della storica cantina Arpepe: “siamo fortunati che, di recente, in Valtellina è nata una Scuola di Agraria (l’Istituto Tecnico Agrario di Sondrio, ndr), per trattenere tanti giovani che altrimenti lascerebbero un territorio “difficile” per trasferirsi in pianura, sottratti dalla zootecnia. Mentre ora, innamorati delle loro radici, decidono di rimanere qui per proseguire anche l’attività delle famiglie, producendo i loro primi vini, cosa che qualche anno fa ancora non succedeva”.
E lungo le strade della Valtellina, dove, accanto alla “capitale” Sondrio si incontrano borghi come Bormio, famosa per piste da sci ed acque termali, Tirano, ai piedi delle Alpi e punto di partenza del Trenino Rosso del Bernina, e Chiavenna, con il suo Castello medievale, bellezze artistiche come il rinascimentale Palazzo Besta a Teglio o i Santuari di Nostra Signora di Loreto e della Madonna della Sassella, e naturali come il Parco Nazionale dello Stelvio, il più grande parco storico italiano, per il consulente strategico Giacomo Mojoli (che ha coniato la frase “la bellezza è un atto agricolo”, ndr), “fare sistema significa migliorare anche la ristorazione del territorio, valorizzare gli artigiani, e non parlare di produzioni di nicchia, ma con una qualità che durerà nel tempo”.
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