Il vino, nella ampia filiera agroalimentare italiana, è da sempre uno dei segmenti più controllati e tutelati. Sul mercato, ma anche e soprattutto alla produzione, in particolare in una fase delicata e con tanti movimenti in cantina, come quella della vendemmia. E non fa eccezione quella del 2023, peraltro con una stima produttiva in calo del -14% a livello nazionale, ma con punte anche oltre il 50% in alcuni territori del Centro Sud, a causa della peronospora. E così, in queste settimana di raccolta, “il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha condotto una vasta campagna di controllo nel settore di produzione e commercializzazione dei vini, contestualmente al periodo stagionale di raccolta della materia prima ed avvio della fase produttiva dei prodotti vinosi.
Il piano di verifiche su scala nazionale, svolto in settembre, rappresenta un’intensificazione delle verifiche ordinariamente condotte dai Nas nello specifico settore, dedicate alla verifica della sussistenza di pratiche di vinificazione illecite o pericolose per la salute, finalizzate alla salvaguardia dei consumatori e degli imprenditori di filiera che operano con correttezza e lealtà commerciale”, spiega una nota dei Carabinieri. Che hanno eseguito 960 ispezioni, individuando 239 situazioni di non conformità (pari al 24%, percentuale influenzata dalle modalità di selezione degli obiettivi, individuati tra quelli che presentavano maggiore interesse operativo). A seguito delle irregolarità riscontrate, sono segnalati all’Autorità Sanitaria ed Amministrativa 218 operatori della filiera del vino e contestate complessivamente 344 violazioni amministrative contestate, pari a 290.000 euro.
Gli interventi, svolti anche con il frequente supporto tecnico dell’Ispettorato Centrale per la Qualità e Repressione delle Frodi (Icqrf), hanno consentito di individuare 17 aziende che svolgevano la propria attività in sedi produttive interessate da gravi carenze igienico-strutturali ed autorizzative, per le quali è stata disposta la sospensione delle attività.
Allo stesso tempo, spiega ancora la nota dei Nas, sono stati riscontrati prodotti vinosi privi di tracciabilità e non censiti nei registri di giacenza della cantina, operando il sequestro complessivo di oltre 300.000 litri di prodotto in fermentazione o già trasformato in vino. Complessivamente il valore commerciale delle strutture chiuse e dei prodotti sequestrati ammonta a 11 milioni di euro. Le irregolarità hanno riguardato anche la detenzione di sostanze vietate negli stabilimenti enologici, presso i quali sono state sequestrate 3 tonnellate di zucchero, destinate al fraudolento impiego per aumentare la gradazione del vino, fenomeno tuttora presente in alcune aziende della filiera vitivinicola.
“Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio lo sviluppo del settore da primato”, commenta la Coldiretti. “Si tratta di tutelare un settore che ha raggiunto un fatturato di quasi 14 miliardi nel 2022 grazie all’impegno di 310.000 aziende agricole da dove nascono opportunità di lavoro nella filiera per 1,3 milioni di persone, impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale o in attività connesse e di servizio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro”.
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