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VenerdÌ Di Repubblica

Un rosé per l’amico Max e nacque il Berlucchi dei record ... Tutto cominciò con l’idea di realizzare un metodo champenoise italiano. Cinquant’anni e cinquecentomila bottiglie dopo, il marchio di Franciacorta brinda a un successo da primato. E fa un regalo verde ai suoi vigneti ... Ricorda i bei tempi con una punta di nostalgia, Franco Ziliani, Quest’anno l’enologo, fondatore e presidente della Guido Berlucchi, ha un motivo in più per brindare sotto l’albero con i figli Arturo, Cristina e Paolo, che io affiancano nella gestione dell’azienda: il 500 anniversario di Max Rosé, spumante extradry Franciacorta Docg, il primo metodo classico rosé d’Italia, creato proprio nell’autunno 1962, Oltre all’aperitivo, si abbina bene con salumi, carni saporite, formaggi a media stagionatura e crostacei. “All’inizio degli anni Sessanta” racconta Ziliani, “Max Imbert, un raffinato antiquario milanese, uomo colto e grande appassionato degli Champagne Rosé, chiese al suo amico Guido Berlucchi di realizzare per lui un metodo champenoise invitante quanto quello dei cugini francesi, ma a due passi da casa, In quegli anni, infatti, io Champagne Rosé era merce rarissima nel nostro Paese e, nonostante Imbert fosse un grande appassionato, era annoiato dal lungo tragitto necessario a procacciarsi le bottiglie intorno a Reims. in Franciacorta, io e Guido Berlucchi cedemmo alle sue insistenze e nell’autunno del 1962 creai Max Rosé. Che prende il nome proprio da Max Imbert”. A distanza di mezzo secolo, a dimostrare che Ziliani aveva ragione, ci sono le 500 mila bottiglie vendute ogni anno, primato della categoria, e le bottiglie dal gusto vintage lanciate in occasione delle feste: la linea Berlucchi ‘61, per celebrare l’anno in cui ideò il primo metodo classico di Franciacorta, declinata in tre versioni: la bottiglia rosa (‘61 Rosé), quella azzurra (‘61 Saten) e quella oro (‘61 Brut). Un marchio, Guido Berlucchi, che può contare su un parco notevole di vigneti, circa 600 ettari tra quelli di proprietà e quelli dei conferitori fidelizzati, che ne fa l’azienda di riferimento del terroir Franciacorta, con vette di qualità come il Franciacorta Pas Dosé Cellarius 2007, che ha ottenuto i 17 ventesimi nella Guido dell’Espresso vini d’Italia 2013, Un territorio vasto, coinvolto da sei anni nel progetto di sostenibilità ambientale MillelVigna. curato dallo studio agronomico Sata e dalla Facoltà di Agraria dell’Universita Statale di Milano. Una sorta di fotografia a infrarossi dei singoli vigneti, in totale un migliaio, per ricavarne una carta d’identità e rilevarne le caratteristiche qualitative. Le mappe, inoltre, consentono di fertilizzare il suolo del vigneto in modo mirato e dosare meglio i trattamenti. L’altro filone è quello della prevenzione: oltre a scegliere prodotti a basso impatto già da una decina danni, dal 2012 gli esperti hanno tappezzato alcuni vigneti a Borgognato di essenze erbose che bloccano il propagarsi delle varietà infestanti, che richiederebbero severi trattamenti, Sempre sul fronte green, infine, l’azienda ha aderito al progetto Itaca, ideato da Sata, il calcolatore di carbonio che permette di stimare la quantità di gas a effetto serra prodotta durante un processo industriale, allo scopo di ridurre le emissioni di Co2.

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