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PREVISIONI TRA I FILARI

Veneto, “la vendemmia 2025 si presenta sotto i migliori auspici sia per quantità che per qualità”

Le stime sulla produzione della Regione leader del vino italiano per valore, nel “Trittico Vitivinicolo” con la regia di Regione Veneto, Arpav e Crea
CANER, TRITTICO VITIVINICOLO, VENDEMMIA, VENETO, vino, Italia
Veneto, ottimi auspici per la vendemmia 2025 nella Regione leader del vino italiano

Le corazzate “Prosecco” (tra Doc, Docg e Asolo) e Pinot Grigio delle Venezie, il prestigioso territorio della Valpolicella, con il suo Amarone e non solo, i bianchi come Soave e Lugana, i Colli Berici, la Lessinia e così via: sono tante le facce del vino del Veneto, Regione leader assoluta per valore del vino italiano (con esportazioni, nel 2024, per poco meno di 3 miliardi di euro, il 36,8% del totale nazionale), dove “la vendemmia 2025 si presenta sotto i migliori auspici sia per quantità che per qualità, nonostante i fenomeni atmosferici estremi e le criticità fitosanitarie che non sono mancati. Il mondo del vino deve fare i conti con una congiuntura internazionale difficile, caratterizzata da consumi in calo e dazi. Per questo, come Regione Veneto, guardiamo con attenzione al nuovo “Pacchetto Vino” dell’Unione Europea, che introduce strumenti fondamentali per gestire l’offerta, affrontare il surplus dell’offerta con conseguente possibile calo dei prezzi, e valorizzare le nuove tendenze del consumo dai vini a basso tenore alcolico al turismo enologico”. A dirlo l’Assessore all’Agricoltura Federico Caner, che ha aperto oggi l’incontro del Trittico Vitivinicolo, appuntamento organizzato da Regione Veneto, Veneto Agricoltura, Arpav e Crea per tracciare le previsioni per la vendemmia 2025.
“Dai dati presentati dall’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura, in collaborazione con il Crea, emerge - dichiara Caner - un quadro complessivamente positivo: la produzione di uva nel Veneto è stimata attorno ai 14 milioni di quintali, con un incremento previsto tra il +3% e il +5% rispetto al 2024. Un risultato favorito dall’entrata in produzione di nuovi impianti e da un andamento climatico che, pur con episodi di maltempo e grandinate localizzate, ha garantito uno sviluppo vegetativo regolare e uno stato sanitario generalmente buono”. Le rese si mantengono stabili o in lieve aumento, mentre la qualità delle uve è giudicata da buona a ottima, con aspettative elevate anche per i vini che ne deriveranno. Non mancano, tuttavia, criticità nei vigneti biologici, dove le fisiopatie hanno inciso sulle rese, e restano da monitorare possibili fenomeni di marciume acido o botrite se le piogge dovessero intensificarsi durante la raccolta.
“La vendemmia è già iniziata per le varietà più precoci, come Pinot e Chardonnay per le basi spumante, mentre la raccolta della Glera prenderà avvio intorno al 5 settembre - continua Caner - a seguire, Merlot dal 10 settembre e la Corvina dal 17, Garganega e tutte le altre varietà simbolo della viticoltura veneta dal 23 settembre”. Se si analizza la produzione prevista per provincia, i dati variano: se Belluno sarà sostanzialmente in linea con il 2024 (+1%), su Padova e Rovigo si prevede un incremento fino al +10% per Glera, Pinot grigio, Merlot e Cabernet; stabile anche la produzione a Treviso, con eccezione del Pinot grigio (+2%) e della Glera (-3%), vitigno che invece cresce nel Veneziano (+5%), assieme allo Chardonnay (+3%), mentre cala il Pinot grigio (-3%); per Vicenza e Verona sarà un’annata particolarmente positiva, con aumenti fino al +15% per Merlot e +10% per Corvinone e Garganega. Il trend si estende anche al resto del Nord-Est: in Friuli Venezia Giulia, la produzione è stimata in crescita del 10%, mentre in Trentino-Alto Adige si prevede un incremento del 5-10%.
“Nonostante le ottime prospettive - aggiunge l’Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, Federico Caner - il comparto vitivinicolo si trova ad affrontare sfide importanti. Da un lato, l’andamento climatico sempre più imprevedibile impone scelte tecniche tempestive, dall’altro il mercato internazionale continua a vivere una fase di incertezza, segnata dal calo dei consumi globali e dal peso dei dazi Usa. In merito, sono convinto che le nostre imprese sapranno riassorbire gli aumenti legati ai dazi, e per questo esorto sempre i produttori a diversificare i mercati. Il cosiddetto Pacchetto Vino atteso da Bruxelles rappresenta un tassello strategico per rafforzare la filiera: dalla proroga delle autorizzazioni di reimpianto alla promozione nei Paesi terzi, passando per strumenti straordinari come la distillazione obbligatoria e la vendemmia verde. L’obiettivo è duplice: garantire equilibrio sul mercato e assicurare redditività ai produttori, mantenendo al tempo stesso alta la reputazione del vino veneto e italiano nel mondo”.

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