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Ventiquattro/il Sole 24 Ore

La costiera nel bicchiere ... Compito principale di un bravo sommelier è quello di consigliare il vino migliore per accompagnare i diversi cibi. A volte può proporre anche la birra. La moda attuale di suggerire in abbinamento bevande alternative come succhi di frutta o di verdura e cocktail analcolici, a mio giudizio, tramonterà a breve. Sono accostamenti che intendono stupire, ma che non saranno mai appaganti come il vino. All’Enoteca, la ricerca si orienta sulle novità enologiche, principalmente provenienti da vitigni autoctoni italiani, anche se i clienti richiedono soprattutto Chardonnay, Sauvignon e Riesling. I gloriosi Soave, Gavi, Friulano (ex Tocai) e Pinot Grigio, seppur di alta qualità, oggi vengono accettati con un certo distacco. Con piacere, però, ho avuto modo di notare da un paio d’anni il consenso che riscuote il Costa d’Amalfi Fiorduva Bianco prodotto da Marisa Cuomo a Furore, da tre uve, tutte tipiche del territorio. Questo vino ha una spiccata personalità ed emana profumi di frutti e fiori gialli al primo approccio olfattivo, per evolversi poi in note di erbe mediterranee e miele, fino a timbri minerali e salmastri. Al gusto esprime sapidità che si armonizza bene nella sua struttura robusta. Il Fiorduva dona ampie sensazioni per la sua complessità e merita quindi un piatto altrettanto intrigante: filetti di triglia gratinati con cipollotti appena saltati e piselli; salsa di fegatini di pollo alla salvia.

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