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Veronafiere, top player del made in Italy agroalimentare nel mondo, da Ente diventerà Spa. Bilancio 2015 a 75,6 milioni di euro, risultato netto a -5,6 per il “Padiglione Vino” ad Expo. Investimento di relazioni e immagine che, però, sta dando frutti

Italia
Il Padiglione Vino di Expo 2015 realizzato da Veronafiere e Vinitaly

Veronafiere, il più importante player fieristico e di promozione del made in Italy agroalimentare nel mondo (vino in testa, con Vinitaly, ma senza dimenticare Sol&Agrifood, Enolitech, Fieragricola, Eurocarne e non solo), cambia pelle: l’Ente Autonomo per le Fiere di Verona (ente di diritto pubblico, ancorché già operante in regime privatistico) diventerà una società per azioni. Una scelta approvata all’unanimità dal Cda in luglio, che ha dato via alla procedura che porterà la fiera veronese (i cui soci ad oggi sono Comune di Verona, Fondazione Cariverona, Camera di Commercio di Verona, Banca Popolare di Vicenza, Società Cattolica di Assicurazione, Banco Popolare, Veneto Agricoltura, Provincia di Verona, Intesa San Paolo, Banca Veronese Credito Cooperativo di Concamarise, Immobiliare Magazzini srl e Regione Veneto, come si legge su www.veronafiere.it) al nuovo assetto.

Decisione di cui già si parlava da mesi (le indiscrezioni, già in ottobre 2015 - http://goo.gl/nBmBQ5 - parlavano di un aumento di capitale dell’ente o delle sue manifestazioni più importanti come Vinitaly aprendo a partner istituzionali come Cassa Depositi e Prestiti, anche se oggi il partner più probabile pare la Simest, la finanziaria “di Stato” che già collabora con l’Ente in Veronafiere do Brasil, ndr) e che arriva dopo i buoni risultati di esercizio dei primi 3 mesi del 2016: 11% pari, a 8 milioni di euro sull’esercizio precedente a parità di perimetro.
Dato stimato su un bilancio 2015 (https://goo.gl/9kS3wA) che, per Veronafiere, si è chiuso con ricavi per 75,6 milioni di euro (che arrivano a 89,5 con le partecipate o controllate del Gruppo Veronafiere, Médinit, Veronafiere do Brasil, Piemmeti, Tandem Comunicazione e Veronafiere Servizi), ma con un risultato netto di -5,6 milioni di euro, “a seguito della condivisa e prudenziale decisione di far ricadere sull’esercizio 2015 tutti i costi sostenuti per il progetto Expo”.
Nonostante il successo di visitatori (2,1 milioni di persone, il 20% dall’estero) e di visibilità, infatti, a incidere sui conti di Veronafiere è stato proprio il “Padiglione Vino” di Expo, che Veronafiere & Vinitaly hanno realizzato su “mandato” del Ministero delle Politiche Agricole, come spiega il giornalista de “Il Sole 24 Ore” Emanuele Scarci: “il padiglione del vino per Expo manda in rosso i conti di Veronafiere: nel 2015 a fronte di ricavi per 75,6 milioni (in linea con l’esercizio precedente), il Mol precipita da 9,3 milioni a 567.000 euro, l’utile operativo si sgonfia da +2,2 milioni a -7,5 milioni e il risultato netto da +730.000 euro a -5,6 milioni”. “Il presidente Maurizio Danese spiega nella relazione di bilancio - scrive ancora Scarci - che “l’iniziativa è stata un’eccezionale opportunità di visibilità, ma i costi per la costruzione del Padiglione e la gestione operativa dei sei mesi di durata sono ammontati a 12,7 milioni, interamente addebitati all’esercizio 2015. Inoltre l’iniziativa ha comportato investimenti per beni ammortizzabili per 4,2 milioni”. I ricavi generati dal Padiglione sono stati di 6,1 milioni. “Le spese sono state superiori alle previsioni - spiega Danese a “Sole 24 Ore” - a causa “delle dinamiche temporali contingenti e subite per la predisposizione del padiglione. A fronte dei maggiori oneri sopportati dall’Ente sotto il profilo tecnico e derivanti dalle tempistiche di cantiere (sia per i ritardo che per le difformità esecutive) è stato avviato un accertamento tecnico preventivo e un contenzioso con la controparte che potrebbe concludersi con esito a favore di Veronafiere e quindi con il recupero di parte dei costi sostenuti”.
Insomma, il bilancio economico di “Vino - A taste of Italy” potrebbe essere meno negativo di quanto non sia adesso. Ma, in ogni caso, per la Fiera, il quadro complessivo è soddisfacente, come ha sottolineato il dg Giovanni Mantovani, nell’approvazione del bilancio dell’Ente in maggio: “il Padiglione del Vino è stata una opportunità unica nella storia della Fiera di Verona per le relazioni che abbiamo realizzato, in partnership con il Ministero delle Politiche Agricole, tramite le numerose delegazioni istituzionali e commerciali accolte nei sei mesi di Expo, e la visibilità internazionale che abbiamo saputo ritagliarci: in sei mesi è come se avessimo realizzato 14 Vinitaly in termini di presenze, relazioni che hanno già dato i loro frutti, ad esempio su Fieragricola di quest’anno, che ha visto crescere le presenze estere di buyer e operatori, e su Vinitaly, edizione n. 50.
Una edizione record prevalentemente sul fronte estero - ha detto Mantovani - con buyer accreditati dai mercati internazionali in aumento del 23% rispetto al 2015. Sono stati registrati, inoltre, incrementi significativi da tutti i paesi esteri, oltre 140, di provenienza degli operatori e dei buyer, con un marcato aumento da Usa e Cina, rispettivamente del +25% e +130%: due aree sulle quali abbiamo avuto molti contatti proprio durante Expo e nelle quali avevamo promosso l’Esposizione Universale attraverso le nostre iniziative con Vinitaly International. Un risultato che ci ha consentito di ribadire definitivamente a livello nazionale ed internazionale la leadership di Vinitaly. Guardiamo pertanto con grande fiducia e positività al presente ed al futuro della nostra attività di organizzatori diretti di rassegne in Italia e all’estero, forti non solo dei risultati della trimestrale e di un anno che si annuncia molto interessante, ma di una solidità assoluta del patrimonio netto dell’Ente, superiore ai 72 milioni di euro e immobilizzazioni pari a 131 milioni di euro. Ci sono importanti trattative per replicare e valorizzare il concept del Padiglione del Vino sia in Italia sia all’estero. Sul fronte dei progetti fieristici, stiamo portando avanti iniziative con partner nazionali ed esteri che ci confermano come uno dei player europei maggiormente attivi, capaci di innovare prodotti e marchi di proprietà, dai quali ricaviamo il 95% del nostro fatturato”.

Numeri solidi, dunque, nel complesso, dai quali partire per un nuovo capitolo della storia di Verona Fiere, che non sarà più un ente, ma una società per azioni, con partner istituzionali forti e affidabili per potenziare le attività e sviluppare ancora di più il piano industriale condiviso dai soci sia in Italia che all’estero.

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