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LO SCENARIO

Verso la vendemmia: le denominazioni del Piemonte valutano la distillazione straordinaria

Confagricoltura Piemonte: “a fine maggio oltre 190.000 ettolitri di vino invenduti o non contrattualizzati. Serve un piano di rilancio”
CONFAGRICOLTURA PIEMONTE, DISTILLAZIONE, PIEMONTE, REGIONE PIEMONTE, Italia
Verso la vendemmia: le denominazioni del Piemonte valutano la distillazione straordinaria

In molti pensano al mare e alle vacanze, ma nei pensieri dei vignaioli d’Italia c’è già la vendemmia 2025 che si avvicina e che arriva in un contesto in cui il mercato non tira più di tanto, e le giacenze di cantina, in generale, sono elevate (46,6 milioni di ettolitri il dato di maggio dell’Icqrf, praticamente una vendemmia nella media).
E anche in territori di assoluto prestigio, senza allarmismo, ma con qualche preoccupazione, si inizia a chiedere attenzione, e a mettere sul piatto misure come la distillazione straordinaria, con la consapevolezza che questa, se eventualmente ce ne fosse bisogno, può dare sollievo ad una contingenza, ma che serve, però, anche una riflessione profonda per programmare il futuro. Come sostiene Confagricoltura Piemonte, una delle regioni più importanti per valore e blasone del vino italiano, che in una nota spiega: “considerato il complicato momento vissuto dal settore e la vendemmia ormai distante neppure un paio di mesi, è doveroso un confronto per analizzare le giacenze e programmare gli interventi futuri. La distillazione straordinaria può essere uno degli interventi di più semplice e immediata applicazione, ma è una misura emergenziale che deve poter essere applicata a tutti i vini a denominazione e con valori che vengano incontro alle possibili esigenze dei viticoltori di Langa e Roero. Va considerata, inoltre, come un tassello di un Piano di rilancio del comparto che deve essere più ampio e programmato tutti insieme per valutare, anche in considerazione del calo generalizzato dei consumi di vino, eventuali diminuzioni di rese per vini in sofferenza e una maggior spinta all’export attraverso la semplificazione di misure come l’Ocm, che sovente sono poco flessibili e quindi non appetibili per le aziende”. A dirlo Gian Luca Demaria, presidente della sezione regionale di prodotto Vitivinicoltura di Confagricoltura Piemonte, commentando la lettera sottoscritta da Confagricoltura Piemonte e dai principali consorzi di tutela dei vini regionali e indirizzata al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni, e per conoscenza al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in cui vengono richieste “misure urgenti” per fronteggiare una situazione definita “tra le più delicate degli ultimi anni”.
Si stima, infatti, si legge nella nota, che a fine maggio oltre 190.000 ettolitri di vino a denominazione di origine risultino ancora invenduti e non contrattualizzati. “A farne le spese sono soprattutto i vini a base Barbera, Dolcetto, Moscato e Cortese, che rappresentano colonne portanti della produzione piemontese. Tra questi, i più colpiti sono proprio i vini a base Moscato (circa 100.000 ettolitri) e Barbera, Dolcetto e Cortese (altri 50.000 ettolitri)”.
Il crollo degli scambi, sia in volume che in valore, dice Confagricoltura Piemonte, è paragonabile alle gravi crisi del 2008 e del 2020, rispettivamente segnate dalla crisi finanziaria globale e dall’emergenza Covid. A ciò si aggiungono una produzione 2024 superiore alla media, il calo dei consumi sia a livello nazionale che internazionale, eventi climatici anomali e l’incertezza legata all’introduzione di dazi statunitensi sul vino europeo. Per far fronte a questa situazione, i consorzi propongono una misura straordinaria: la distillazione di crisi per i vini a denominazione di origine, così da alleggerire le giacenze e stabilizzare il mercato.
“Le ragioni del calo dei consumi inoltre sono molteplici - spiega Demaria - su tutte le tante campagne sui presunti danni causati dall’alcol (non sempre propriamente corrette) e le mutate abitudini, specie dei giovani; serve quindi un grande lavoro congiunto per valorizzare la cultura del vino, in sinergia con i ristoratori del territorio. Serve una risposta immediata e concreta - conclude Demaria - per evitare che una crisi congiunturale si trasformi in una vera e propria crisi strutturale del settore”.

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