Arriva la tanto attesa svolta per il passaggio familiare dei vigneti in Francia? Sembrerebbe di sì anche se l’ultima parola non è ancora detta. Ma la rivoluzione nella tassazione della cessione dei terreni vitivinicoli, aspetto su cui non mancano le pressioni per scongiurare il rischio che il vigneto francese perda la sua “dimensione familiare” a vantaggio dell’ascesa dei grandi gruppi, è partita. Come riporta “Vitisphere”, con l’entrata in vigore dell’articolo 49.3 della Costituzione, avvenuta ieri, con il primo Ministro François Bayrou, la Legge finanziaria 2025 aumenta “generosamente” al 75% i massimali di esenzione fiscale per la trasmissione gratuita dei terreni agricoli. Si parla di un raddoppio da 300.000 a 600.000 euro “a condizione che l’immobile rimanga di proprietà del donatario, erede e legatario per cinque anni” e si moltiplica per 40 per passare da 500.000 euro (in caso di conservazione per 10 anni) a 20 milioni di euro, per una proprietà mantenuta per 18 anni. Oltre questi massimali la riduzione fiscale scende al 50%. La Commission Mixte Paritaire (Cmp) ha ripreso i principi della formula di esenzione elaborata lo scorso novembre, in Senato, dalla Confédération Nationale des producteurs de vins et eaux-de-vie de vin à Appellations d’Origine Contrôlées (Cnaoc). Difendendo alla fine del 2024 un “nuovo accordo fiscale per rafforzare la resilienza delle aziende agricole familiari di fronte alla pressione fondiaria e per facilitare il ricambio generazionale in un contesto di crescente speculazione”, il Cnaoc ha trovato lo strumento legislativo per portare avanti le richieste avanzate da tempo.
In Francia non è una novità che ci sia chi ha messo nel mirino la tassa di successione, ritenuta troppo alta, e che renderebbe più complicata la vita dei produttori nel mantenere i propri terreni favorendo l’arrivo dei grandi gruppi che hanno disponibilità finanziarie diverse (come, in qualche modo, racconta l’investimento di Lvmh, che, per 15,5 milioni di euro, ha rilevato 1,3 ettari di vigneto del Domaine Poisot in Borgogna, come abbiamo scritto qui).
“Il risultato di questo testo è essenziale per i nostri territori, il nostro modello agricolo e vitivinicolo familiare e le nostre generazioni future”, ha sintetizzato Jérôme Bauer, presidente del Cnaoc. “Come si fa a mantenere il modello agricolo familiare se i nostri figli si indebitano per decenni?”, ha aggiunto Thiébault Huber, presidente della Confédération des Appellations et des Vignerons de Bourgogne (Cavb).
Ma è ancora presto per cantare vittoria: domani sarà esaminata la mozione di sfiducia che potrebbe mettere a rischio il Governo guidato da François Bayrou anche se le ultime notizie, che parlano del sostegno arrivato del Partito Socialista, sembrano allontanare lo scenario di un (ennesimo) ribaltone.
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