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Vinitaly 2016 - Aggregazione, supporto reciproco e fiducia in un settore. Tre pilastri “filosofici” che accomunano il credito cooperativo e la cooperazione vinicola, come raccontato da Iccrea BancaImpresa e Alleanza delle Cooperative Italiane

Aggregazione, supporto reciproco e fiducia in un settore. Tre pilastri “filosofici” che accomunano il credito cooperativo e la cooperazione vinicola, come raccontato nel workshop “Export, aggregazione e sostenibilità:diamo credito al vino”, organizzato da Iccrea BancaImpresa e Bit Spa, società di consulenza del credito cooperativo. Un tipo di credito che, è stato ricordato, è da sempre impegnato nello sviluppo di percorsi di finanza e consulenza dedicati alle imprese agricole e agroalimentari, in particolare per il settore vinicolo. Il settore agricolo rappresenta il 18,4% degli impieghi delle Bcc (pari a oltre 8 miliardi di euro sui 44 dell’intero sistema bancario) a testimonianza dell’importanza che il comparto riveste per il credito cooperativo.

D’altronde, per la “cooperazione l’aggregazione è il punto di partenza. I nostri soci possiedono in media 2,5 ettari di vigneto. Per molti di loro, da soli sarebbe impossibile arrivare sul mercato ma ci riescono mettendosi insieme. Del resto le più grandi imprese italiane del vino sono cooperative”, ha ribadito la coordinatrice del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (e guida del gruppo Cevico) Ruenza Santandrea.

Per il mondo cooperativo, ha sottolineato Santandrea “le fusioni sono più facili che tra aziende private. Soprattutto oggi la dimensione è un aspetto fondamentale per la internazionalizzazione. Non ci basta di andare a qualche fiera, sui mercati esteri bisogna rimanerci continuamente. La cooperazione ritiene naturale questo aspetto”. Le dimensioni contano, ha osservato ancora, anche quando ci si deve rapportare con il mondo delle istituzioni, “493 cantine sociali fanno parte dell’alleanza delle cooperative e hanno capito che per ottenere tante cose è importante avere peso. Il mondo agricolo ha bisogno di capire che insieme si cresce. Anche in quest’ottica, insieme a Unione Italiana vini (Uiv), abbiamo creato un tavolo del vino a livello nazionale. Solo un’associazione è attualmente fuori dal tavolo e spero che presto entri a farne parte. Così, tutti insieme, siamo riusciti ad avere peso e fare lobby, a contare sui tavoli istituzionali e non solo in Italia ma anche in Europa”.

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