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Vino & acquisizioni: Tommasi Family Estates cresce ancora al Sud, con la maggioranza di Paternoster, griffe dell’aglianico del Vulture in Basilicata. Dario Tommasi a Winenews: “crediamo nelle potenzialità vinicole e turistiche del territorio”

Italia
La famiglia Tommasi

Le acquisizioni nel mondo del vino continuano: protagonista, ancora una volta, la famiglia Tommasi, che, con la sua Tommasi Family Estates (www.tommasi.com), ha acquisito la maggioranza della Paternoster di Barile (Potenza, www.paternostervini.it), storico produttore di Aglianico del Vulture. L’obiettivo dell’accordo, siglato a cavallo di Ferragosto, è di realizzare un progetto di rafforzamento del marchio e di consolidamento della rete commerciale, oltre che incrementare gli interventi in vigneto e cantina con particolare attenzione al biologico ed all’eco-sostenibilità”. Una “perla incastonata nel cuore della Basilicata, nel Vulture, terra nera di origine vulcanica”, si legge in una nota, con “20 ettari tra affitto e conduzione, per una produzione sulle 150.000 bottiglie all’anno, a cui vogliamo aggiungerne altri”, spiega a WineNews Dario Tommasi, oltre ad una modernissima cantina, e vari poderi nelle diverse contrade viticole in agro di Barile, tra cui i prestigiosi cru Don Anselmo e Rotondo.

“Lavoreremo a fianco della famiglia Paternoster per raccontare l’unicità e la ricchezza del Vulture”, spiega ancora Tommasi, presidente del gruppo vitivinicolo della Valpolicella Classica, presente con proprie aziende anche in Toscana (Poggio al Tufo in Maremma e Fattoria Casisano Colombaio a Montalcino, 53 ettari, di cui 22 ettari a vigneto tra Brunello e Rosso di Montalcino e 12 ettari a oliveto, tra l’Abbazia di Sant’Antimo e la vallata del Fiume Orcia), Oltrepò Pavese (Tenuta Caseo) e Puglia (Masseria Surani, a Manduria), per una produzione di 2,9 milioni di bottiglie, con 26 milioni di euro di ricavi complessivi, che esporta per l’88% in 69 Paesi.
La famiglia Paternoster, fanno sapere da Tommasi, “continuerà a partecipare alla guida dell’azienda. Il Vulture è un territorio di eccezione dal punto di vista qualitativo e offre ampie possibilità di crescita e sviluppo. Un grande potenziale anche dal punto di vista dell’ospitalità, l’altra anima della famiglia Tommasi, che per ogni tenuta ha anche un progetto di accoglienza. Con Matera, capitale europea della cultura per il 2019, la Basilicata rappresenta un territorio emergente in cui vale la pena investire e crescere. L’Aglianico è un gioiello del territorio che abbiamo la responsabilità di preservare e far conoscere in tutto il mondo, avendo a fianco la famiglia Paternoster che fino ad ora ne è stata fra i più mirabili produttori”.
“Noi siamo entusiasti del nostro “progetto Sud”, iniziato qualche anno fa a Manduria in Puglia, con Masseria Surani, e volevamo ampliarlo. Conosciamo i Paternoster da tanti anni - aggiunge ancora Dario Tommasi - crediamo nel territorio per le sue potenzialità, sia dal punto di vista vitivinicolo che dell’ospitalità. Loro volevamo svilupparsi, ma da soli non potevano farlo, e cercavano una partnership, e parlando abbiamo capito di avere un progetto comune. Così siamo entrati in quota di maggioranza. Anche se l’obiettivo a lungo termine è quello di crescere ancora a livello proprietario, magari arrivando alla totalità dell’azienda. Non ci siamo dati una scadenza, e ovviamente dipenderà anche dalle scelte della famiglia Paternoster e dalla sua volontà di rimanere fisicamente presente in azienda”.
Ma quello a cui pensa Tommasi, per Paternoster, è anche un progetto di accoglienza: “nei terreni c’è un casolare che vogliamo ristrutturare, per farne in futuro una sorta di wine resort. Ma non sarà una cosa a breve: la priorità ora è riorganizzare la struttura commerciale, e far crescere la quota export di Paternoster, che oggi è il 50% del totale. E poi, come detto, investire in altri vigneti, acquistandoli se sarà possibile”.

“Conosciamo i Tommasi da tempo ed i rapporti sono sempre stati di grande cordialità e stima reciproca - confermano i Paternoster, che guidano l’azienda - apprezziamo in loro l’unione familiare, che coniugata a laboriosità e competenza, ne hanno consentito traguardi importanti ben oltre la Valpolicella Classica: Toscana, Puglia, l’Oltrepò Pavese ed ora il Vulture in Basilicata, tramite la nostra piccola ma prestigiosa realtà. La loro attrazione verso il nostro storico marchio, tanto ricercato da appassionati e non solo, ci inorgoglisce e rasserena, convinti che, una delle Famiglie più importanti nel mondo del vino italiano, potrà soltanto rafforzare il nostro marchio conferendogli ulteriore lustro nel rispetto dello stile autentico, da sempre vocato all’eccellenza. Siamo certi inoltre, che la loro presenza nel nostro piccolo ma straordinario territorio, non potrà che essere foriera di grande visibilità e migliore successo per l’intero comparto”.
E così, il gruppo Tommasi, ormai un big player del vino italiano, aggiunge un’altra freccia al proprio arco, con un patrimonio vitato di oltre 570 ettari nel Belpaese, a cui si aggiunge un ramo d’azienda dedicato all’hospitality, di cui fanno parte il Villa Quaranta Park Hotel, l’Albergo Mazzanti e lo storico ristorante Antico Caffè Dante a Verona, e l’agriturismo Poggio al Tufo, nell’azienda maremmana di Tommasi Family Estates. Il futuro? “Per ora ci fermiamo - dice Dario Tommasi - abbiamo investito molto negli ultimi anni, e ora dobbiamo consolidare e far crescere quello che abbiamo messo insieme”.

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