“Negli Stati Uniti il Governo ha dato fondi alle imprese agricole, pari al costo del personale per due mesi. Un mutuo, che diventa una sovvenzione se dimostri, nei due mesi successivi, di aver mantenuto immutati i livelli occupazionali”. A dirlo Piero Antinori, uno dei grandi nomi del vino italiano, guida della prima cantina privata del Paese. “Ho chiamato il mio omologo di Francia, per adottare una posizione congiunta: 30 milioni di euro stanziati dall’Ue per aiutare le aziende agricole, sono pochissimi, anche se diventassero 80, come sembra. Abbiamo chiuso un’intesa con le Regioni per la distillazione volontaria, da finanziare con 50 milioni di euro presi dai fondi europei. Parliamo di distillazione volontaria per Dop e Ipg, ma anche per i vini da tavola - tra le idee avanzate anche da Assoenologi, “a patto che sia seguita dalla riduzione delle rese”, o come la vendemmia verde, “che però sia controllatissima perchè non ci sia chi fa il furbo”, ha ricordato Cotarella -, e la mia proposta è quella di destinare a questa misura 100 milioni di euro. Dialoghiamo con il Ministero dell’Economia e con il Governo, perchè poi le decisioni di prendono in modo collegiale, vedremo”. Parole del Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova. Da un lato la rapidità di intervento e di decisioni che, nel bene e nel male, diventano concretezza, dall’altro una politica che, al netto delle volontà dichiarate del singolo Ministro in questione, nel bene o nel male, vive di annunci, mediazioni, decreti da pubblicare e poi da spiegare e così via, con l’immediatezza degli interventi, e la necessità della loro veloce efficacia che, come dimostrano questi tempi, resta solo sulla carta, tanto che “ad oggi, in tutta Italia solo 57.000 persone hanno avuto accesso alla Cassa Integrazione”, ha ricordato il giornalista e produttore di vino, Bruno Vespa.
È tutta qui la sintesi estrema delle riflessioni arrivate dalla “tavola rotonda” virtuale messa in onda, su Facebook, dagli Enologi Italiani, guidati da Riccardo Cotarella, dove si sono alternati voci dell’impresa e della comunicazione, insieme al Ministro Bellanova. Che sulle possibili misure a fondo perduto di cui si parla in vista del “Decreto Aprile”, anche se ormai siamo a Maggio, e su altre, come la proroga delle scadenze fiscali di un anno, ha spiegato: “sto lavorando con il Ministero dell’Economia e delle Finanze a misure che devono rispondere alle esigenze. Ci sono quelle orizzontali per tutte le imprese, ma c’è un grande tema: in tanti dicono che settore agricolo è stato in attività e non ha bisogno di interventi, ma non è così, il settore ha garantito normalità e cibo per tutti, ma c’è un pezzo della filiera dove viene veicolata la qualità più alta, per il vino e non solo, ed è quello della ristorazione, degli hotel, delle enoteche, che è fermo. E questo, insieme al freno dell’export questo ha determinato grande sofferenza: dobbiamo intervenire ora, ma anche in vista della ripresa. L’Italia, deve continuare ad essere il cibo di lusso del mondo, perchè nella bassa qualità, nella guerra sul prezzo, siamo perdenti. Anche per questo ho chiesto all’Ice uno sforzo maggiore per la campagna di comunicazione del made in Italy, ma anche per questo servono più risorse. Servono interventi mirati, chirurgici, in questo momento la politica deve essere capace anche di scegliere chi deve aiutare”.
Ma l’aiuto vero, per oggi e per il futuro, come sottolineato, ancora una volta, da Piero Antinori, è la vera semplificazione burocratica. “Apprezzo moltissimo le intenzioni del Ministro, bene questo impegno personale. Ma vorrei fare un’osservazione: qualsiasi provvedimento che sarà messo in atto dal Governo sarà benaccetto, ma sarà tanto più efficace quanto più rapido sarà. Bene parlare di una strategia a medio e lungo termine, la promozione sarà importantissima, perchè il rischio di perdere quote di mercato guadagnati in 50 anni di durissimo lavoro c’è, e sarebbe un delitto. Ma faccio un appello: il settore agricolo, e non solo, ha un bisogno assoluto di semplificazione, e credo che la pandemia possa essere, a suo modo, l’occasione per un impegno storico, per una revisione epocale del modello burocratico amministrativo che ci sta sommergendo, è una precondizione all’efficacia di tutti i provvedimenti. Di semplificazione se ne parla tantissimo, ma se ne parla da 30 anni, era nel programma di ogni Governo, e non solo si è concretizzata con successo, ma anzi, le cose si sono complicate ogni volta di più. Bisogna veramente farlo, soprattutto le piccole aziende non ne possono più. Noi imprenditori ci sentiamo un po’ come degli insetti in una ragnatela appiccicosa. Se approfittiamo di questa occasione per risolvere alla radice il problema, e modernizzare il Paese, questa situazione non sarà stata del tutto negativa”.
Un messaggio su tutti, mentre si guarda alla Cina che sta ripartendo, “soprattutto attraverso la digitalizzazione, che è una delle chiavi del sorpasso dei vini d’Australia sulla Francia, al netto del regime fiscale vantaggioso”, ha ricordato Silvana Ballotta di Business Strategies, ma anche a “sostenere il turismo e l’enoturismo, settori tra i più colpiti perchè oggi tra le motivazioni di viaggio in Italia il vino ed il cibo di qualità valgono più dell’arte e della cultura, perchè Brunello oggi batte Colosseo”, ha detto provocatoriamente Donatella Cinelli Colombini, produttrice con Casato Prime Donne a Montalcino e pioniera del Movimento del Turismo del Vino. E, ancora, mentre si guarda ad una nuova comunicazione del vino, più smart ma di qualità, hanno ricordato il critico Luca Gardini ed il giornalista Luciano Ferraro del “Corriere della Sera”. Mentre dal mondo della distribuzione, arriva una proposta concreta, per voce di Daniele Colombo, wine & spirit manager di Esselunga: “il vino, che in gdo nel complesso ha tenuto, paga un Iva al 22%. Portarla al 4%, per esempio, per il periodo dell’emergenza, aiuterebbe produttori, distributori e consumatori”. Ma servirebbe un decreto ad hoc, da discutere, mediare, pubblicare, chiarire, applicare. E forse, allora, si farà prima a trovare un vaccino per il Coronavirus.
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