Da dicembre 2001 a giugno 2002, il prezzo alla produzione del vino sfuso è aumentato dello 0,89%: il dato emerge da un’analisi, condotta dall’Osservatorio del Salone del Vino su dati Ismea, ed indica chiaramente che, se l’avvento dell’euro ha dato una spinta alla crescita dei prezzi al consumo, la regola non vale per quelli alla produzione, quantomeno per il vino. Da dicembre 2001 a giugno 2002, la crescita dei listini dei vini alla produzione è stata pari a circa la metà di quella del livello generale dei prezzi al consumo, che, secondo l’Istat, è aumentato nel semestre dell’1,62%.
La moderata dinamica dell’indice dei prezzi alla produzione dei vini deriva da andamenti differenziati per i bianchi e per i rossi e anche per i vini da tavola e i Doc. Nel periodo considerato, a fronte della crescita dell’indice riferito al complesso dei vini dello 0,89%, i prezzi dei rossi da tavola fanno registrare un calo dell’1,4% e quelli dei Doc bianchi un calo dell’1,06%; i bianchi da tavola, penalizzati nel 2001, crescono del 2,51% e i Doc rossi, i cui prezzi erano già aumentati con un tasso sostenuto nel 2001, crescono del 2,84%. Questi dati confermano le tendenze generali che premiano soprattutto i vini doc, ed in particolare i rossi a scapito dei vini da tavola. Interessante la graduatoria dei vini che hanno fatto registrare i maggiori incrementi: in testa alla classifica con un 17% di crescita troviamo il Trebbiano d’Abruzzo, che recupera ampiamente il terreno perduto in termini di prezzi del 2001, seguono il Chianti e il Chianti dei Colli Senesi, con crescite tra il 10 e l’11% (per questi vini prosegue la crescita dei prezzi delineata già nel 2001, in cui si registrarono incrementi intorno al 50-60%).
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