Nonostante le riaperture della ristorazione arrivate a inizio giugno, le vendite di vino in Italia nella prima metà 2021 confermano i trend visti nel 2020, con una crescita delle vendite ancora robusta nella grande distribuzione, e un aumento ancora esponenziale dell’e-commerce. A dirlo il Rapporto Nomisma Wine Monitor sulle vendite nel canale off-trade in Italia realizzato in collaborazione con NielsenIQ. Il dato più clamoroso è quello delle vendite di vino nei siti generalisti (catene distributive + Amazon), che registrano, per il primo semestre 2021, una crescita a valore del 351% e del 310% a volume sullo stesso periodo dell’anno precedente, che, va ricordato, comprendeva due mesi di lockdown totale (e, quindi, di crescite esponenziali negli acquisti di vino on-line da parte degli italiani). Si tratta ancora di un’incidenza limitata sul valore delle vendite totali di vino nel canale off-trade, vale a dire appena il 2%, che sommata al peso rivestito dai cosiddetti pure players non supera il 15% ma è alquanto rappresentativa di un trend ormai consolidato. Allargando il perimetro di analisi all’intero canale off-trade, che, invece, rappresenta una parte maggioritaria delle vendite di vino totali in volume, il primo semestre 2021 conferma il trend di crescita delle vendite a valore di vino in Gdo (+10% in Iper e Super, +2% nei Discount), e una ripresa del Cash&Carry (+18%) quale segnale della progressiva riapertura di bar e ristoranti (il Cash&Carry rappresenta infatti un format distributivo riservato ad operatori professionali del canale Horeca). Una ripresa confermata ulteriormente dal dato relativo al secondo trimestre 2021 (quando le restrizioni si sono maggiormente allentate): +45% rispetto al primo trimestre di questo anno. In questo contesto di crescita e di ripresa anche dei consumi fuori-casa di vino, è però l’e-commerce ad assumere il ruolo da protagonista. “La continua crescita delle vendite on-line anche dopo i momenti più critici della pandemia confermano lo sviluppo strutturale di questo canale per il mercato del vino, una delle tante eredità che ci sta lasciando il Covid a livello mondiale”, dichiara Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma.
Confrontando la spesa on-line con il carrello di vini acquistati a scaffale, si evince un valore medio più elevato a favore dell’e-commerce. Mentre nei punti vendita della Ggo in Italia, i vini Dop rappresentano circa il 40% dei quantitativi di vino acquistati (sempre al primo semestre 2021), negli ordinativi on-line tale percentuale arriva al 54%.
“Il prezzo medio della spesa di vini acquistati on-line presenta un differenziale di circa il 38% nel caso dei vini fermi e frizzanti e del 19% nel caso degli spumanti rispetto agli acquisti a scaffale, uno scostamento che deriva dalla diversa composizione - tipologica, ma anche per brand e packaging - dei due carrelli di spesa” sottolinea Pantini.
Nel dettaglio, a fronte di un’incidenza degli spumanti del 12% sui volumi di vino acquistati a scaffale nella Ggo italiana, nel canale e-commerce tale peso arriva al 16%. Inoltre, sempre in tema di bollicine, il peso di Champagne e Metodo Classico arriva al 12% nel carrello on-line contro l’8% delle vendite a scaffale. Anche per quanto riguarda i vini biologici l’incidenza è doppia nel caso della spesa on-line (per quanto ancora marginale sul totale, vale a dire il 2%).
Numeri che, da un lato, raccontano di una crescita e d una ripresa generale dei consumi di vino che fa ben sperare, e dall’altro confermano i trend accelerati dalla pandemia, che, nell’articolato mercato del vino, vedono crescere il peso della grande distribuzione e del commercio elettronico, con cui imprese e distributori dovranno sempre più fare i conti in futuro.
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