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Vino & e-commerce, ancora una nicchia in Italia, ma è il futuro nel mondo. Nei mercati consolidati, come Usa e Uk, e ancora di più in quelli nuovi, come la Cina. Il 18 aprile se ne parla con il Consorzio della Valpolicella, Stefano Setti e Nomisma

È ancora una nicchia in Italia, perché secondo l’Osservatorio E-Commerce B2C Netcomm de Politecnico di Milano, il giro d’affari dell’e-commerce è stato di 100 milioni di euro tra il 2012 ed il 2015, nonostante una crescita media del 30% all’anno. Eppure è un canale che, a detta di tutti, è destinato a crescere non solo in Italia, dove sono sempre di più gli operatori specializzati (e dove, tra le ultime novità, è arrivata anche l’apertura di “Vinitaly Wine Club”, l’e-commerce di Vinitaly, sulla piattaforma di Amazon), ma soprattutto all’estero. Lo dicono tante ricerche, e tante esperienze dirette. Come quella di Vente-privee.com, per esempio, che nel 2015 ha mosso sul suo portale 4,5 milioni di bottiglie di vino (+17% sul 2014), registrando una crescita simile in termini di utenti e di spesa media, soprattutto grazie agli utenti più giovani (dai 25 ai 45 anni), che rappresentano la fetta maggiore delle persone che comprano vino a colpi di click con smartphone e computer. E se in mercati consolidati per il vino italiano come Uk e Usa l’e-commerce cresce più del retail tradizionale (nel Regno Unito, secondo Rabobank, ha fatto +11% nel 2015, sul +3,5% del totale) ed è sempre più importante pur rimanendo, sostanzialmente, un canale complementare a wine shop e ristorazione, è in Asia, e in Cina in particolare, che l’e-commerce enoico assume proporzioni davvero determinanti.
Secondo diversi dati, dentro la Grande Muraglia il commercio elettronico del vino vale oltre il 30% del totale, e ha ancora grandi prospettive di crescita, visto che il 75% di coloro che in Cina comprano vino on line sono persone tra i 18 ed i 36 anni, ovvero coloro che stanno facendo crescere in maniera esponenziale i consumi del nettare di Bacco nel Belpaese.
Non è un caso, infatti, la visita di Jack Ma, fondatore del colosso Alibaba, a Vinitaly, dove ha spronato i produttori di vino italiani a puntare sul digitale per crescere in maniera importante nei mercati asiatici. Un invito rivolto alle singole imprese, che può essere raccolto e messo a sistema, però, da interi territori. Come vuol fare il Consorzio di Tutela della Valpolicella, tra i più importanti a livello di prestigio e di peso economico in Italia, che il 18 aprile (Park Hotel di Villa Quaranta, a Pescantina, ore 17), approfondirà il tema nell’incontro “Vini della Valpolicella: mercati obiettivo e opportunità dell’e-commerce” con, tra gli altri, uno dei massimi esperti della materia in Italia, Stefano Setti, commercialista e curatore della rubrica “L’esperto risponde” del “Il Sole 24 Ore”. Secondo cui “l’e-commerce è oggi una delle forme di commercio più interessanti e non rappresenta un business bensì una necessità ma - rileva - a molti operatori sfuggono aspetti di tipo legale e fiscale legati a queste tipologie di vendita che, se non rispettati, comportano rilievi da parte dell’Amministrazione finanziaria. Quindi - sostiene - gli operatori del settore vinicolo, prima di approcciarsi all’e-commerce, devono valutare in modo opportuno i diversi costi e conoscere nel dettaglio gli aspetti legali, amministrativi e fiscali, per valutarne l’effettiva potenzialità”.
Una riflessione, quella del Consorzio della Valpolicella, che parte dalla consapevolezza di dover guardare al futuro soprattutto quando il momento è florido come quello attuale, che vede i vini del territorio crescere tanto in Italia che all’estero (che vale l’80% del mercato dei grandi rossi veronesi) e consente di ragione e pianificare con serenità. La vendita 2015 dei vini della Valpolicella nel canale Gdo nazionale ha registrato, infatti un incremento medio in valore ed in volume del 15,5% sul 2014 ( fonte IRI), mentre l’export focalizzato nei 5 mercati storici di riferimento (Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Canada e Svizzera) sfiora il 65% del giro d’affari annuo di tre su quattro denominazioni Valpolicella Dop (fonte Osservatorio permanente sui vini della Valpolicella Wine Monitor-Nomisma guidato da Denis Pantini, che sarà tra i relatori dell’incontro).
“I dati positivi sulle vendite non devono far perdere d’occhio la crisi economica che permane sul mercato interno, dice Christian Marchesini presidente del Consorzio di tutela Vini Valpolicella, spingendo i produttori ad individuare nuovi mercati di sbocco. In questa prospettiva, soprattutto per aree emergenti quali Cina, Sud est Asiatico e Russia l’e-commerce potrebbe rivelarsi uno strumento privilegiato”.
“Nel 2015 - evidenzia Pantini - il Veneto ha consolidato il primato di regione vinicola esportatrice, per un valore superiore a 1,8 miliardi di euro (praticamente un terzo di tutto l’export di vino italiano), di cui Verona rappresenta quasi la metà (43%) ma è al primo posto di tutte le province italiane per valore dell’export vinicolo. Il merito di questo primato - aggiunge - è indubbiamente dei vini e delle imprese della Valpolicella, cuore pulsante della vitivinicoltura veronese, e del successo che i vini della Valpolicella stanno ottenendo sul mercato, in particolare su quello internazionale. Secondo i dati dell’Osservatorio permanente sui vini della Valpolicella, curato da Wine Monitor Nomisma, i primi cinque mercati di riferimento per questi vini sono Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Canada e Svizzera”.

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