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OLTRE I DAZI

“Vino, interventi mirati e misure strutturali per rilanciare il comparto”. Lo chiede Confagricoltura

Le valutazioni della “Federazione Vino” guidata da Christian Marchesini: “in attesa della vendemmia (anticipata) ottima qualità e quantità delle uve”
CHRISTIAN MARCHESINI, Confagricoltura, CONSUMI, DAZI, Federazione vino, Italia
Confagricoltura: “vino, interventi mirati e misure strutturali per rilanciare il comparto”

I dazi Usa, in attesa di capire davvero cosa succederà al vino europeo ed italiano, avranno sicuramente un impatto importante, prima o poi passeranno. Ma nondimeno, il vino italiano si trova da qualche tempo ad dover affrontare cambiamenti strutturali legati a consumi e clima, tra le altre cose, sui quali non si può più rinviare l’adozione di possibili soluzioni. Ragionamento che torna attuale, anche alle porte di una vendemmia tutta da decifrare nelle prossime settimane, ma che ad oggi si annuncia buona in qualità e quantità, e che arriva in un quadro economico che, però, preoccupa i produttori. È il quadro tracciato dalla Federazione Vino di Confagricoltura, presieduta da Christian Marchesini (già presidente del Consorzio Vini Valpolicella, ndr), secondo cui, guardando alla vigna, “c’è una sostanziale uniformità nella valutazione dell’andamento generale su scala nazionale, soprattutto dopo due annate critiche, con un leggero anticipo di maturazione. Se non subentreranno eventi meteorologici nelle prossime settimane, l’annata sarà di quelle da incorniciare”, spiega una nota. “Le nubi, tuttavia, non mancano e riguardano la situazione di mercato, assai più preoccupante. Le difficoltà sono diffuse e coinvolgono quasi tutte le regioni - sottolinea Confagricoltura - con dinamiche analoghe: le giacenze in cantina sono elevate, in particolare per i vini rossi, e le prospettive per la nuova campagna di vendita non appaiono rassicuranti. I prezzi delle uve sono attesi in calo ovunque, talvolta anche in modo marcato, con stime di riduzioni fino al 30%. In alcune regioni, come Lombardia e Puglia, si registrano crisi conclamate con richieste di blocco delle rivendiche o di riduzione delle rese”. “C’è una significativa contrazione dei consumi, anche al ristorante, dove tuttavia - afferma Marchesini - il ricarico, anche al calice, incide sulle ordinazioni. A questo si somma il cambio di abitudini dei consumatori, complici le campagne antialcol e le mode salutiste”. Sul fronte esportazioni, segnala Confagricoltura, oltre agli effetti negativi dell’accordo Ue-Usa sui dazi, si registra un irrigidimento delle politiche protezionistiche di alcuni mercati asiatici, in particolare Cina e Russia. Fattori che contribuiscono a delineare con chiarezza il fatto che occorre una strategia ampia e duratura, capace di riequilibrare la domanda con l’offerta e di rafforzare il ruolo degli attori della filiera. “Il rilancio della domanda è per noi una priorità - dichiara Marchesini - e passa attraverso un’attività di promozione e comunicazione rinnovata e rafforzata, capace di contrastare una narrazione sempre più diffusa che tende a sminuire la cultura del “bere bene”. Una cultura che, al contrario, rappresenta valori profondi legati al territorio, alla tradizione e alla convivialità. Purtroppo, il vino viene sempre più spesso assimilato indiscriminatamente ai rischi dell’abuso di alcol, allontanandosi così dai modelli di consumo consapevole, soprattutto tra le nuove generazioni. Su questo l’Italia ha ancora molto da raccontare e da insegnare”. Marchesini sottolinea inoltre l’importanza di potenziare le attività di promozione nei Paesi terzi, rendendole più flessibili e maggiormente adattabili alle reali esigenze delle imprese e dei mercati di riferimento. “Questa situazione - conclude Marchesini - richiede comunque anche l’individuazione di strumenti correttivi in grado di incidere sui volumi produttivi. Sarà fondamentale agire su più fronti, affrontando con decisione anche la questione degli esuberi. Gli strumenti a disposizione sono diversi: dalla gestione delle nuove autorizzazioni di impianto alla regolazione delle rese, sia per i vini comuni che per quelli a denominazione. Si tratta di misure che possono produrre effetti nel medio-lungo periodo, ma che richiedono una visione strategica di settore di ampio respiro, strutturata su più anni”. Temi che, con ogni con ogni probabilità saranno sul tavolo nell’incontro voluto dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, con la filiera, il 4 agosto a Palazzo Chigi, “casa” del Governo, dove si parlerà anche di un piano di rilancio strutturale del vino italiano, alle prese con una crisi di mercato, come tutto il settore a livello globale, che nasce prima della querelle dazi, tra calo dei consumi, salutismo, cambiamento climatico, livelli produttivi da rivedere, e non solo.

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