Se le proiezioni di Vinitaly e Nomisma Wine Monitor parlano, per la chiusura 2019, di un export di vino italiano che toccherà i 6,3 miliardi di euro (+2,9%, con analisi sui dati doganali), allo stato attuale, il dato consolidato dice che il Belpaese, nei primi 8 mesi 2019, ha esportato vini e mosti per 4,1 miliardi di euro, in crescita del 2,4% sullo stesso periodo 2018. Con i vini Dop a quota 1,6 miliardi di euro, in crescita del 9%, gli Igp a 815 milioni di euro, in calo de -7%, e gli spumanti sempre in trend positivo, +4%, a 916 milioni di euro. Così le elaborazioni di Federvini su dati Istat relativi a gennaio-agosto 2019. Da cui emerge che gli Usa si confermano il primo mercato di destinazione con un valore di poco inferiore ad 1 miliardo di euro (+3%), seguito dalla Germania con 683 milioni di euro (+3%) e dal Regno Unito dove emerge un rallentamento (-4%) e d un valore pari a 463,5 milioni di euro.
Nell’analisi di Federvini anche le acquaviti ed i liquori che, nei primi 8 mesi del 2019, complessivamente sfiorano i 900 milioni di euro con una crescita rilevante, pari a circa il 34%. Il comparto dei liquori, dopo un 2018 di soddisfazione, mantiene una crescita stabile con quasi 300 milioni di euro e +9%. La Germania si conferma sul podio con un valore pari a 170 milioni di euro (+26%), mentre gli Usa rappresentano il primo mercato di destinazione extra Ue con 145 milioni di euro e un rilevante incremento del 35%.
Gli aceti, ancora, esportano un valore pari a poco meno i 170 milioni di euro e rispetto allo stesso periodo di riferimento nel 2018, al momento, registrano un andamento lievemente rallentato con -2%. Gli Stati Uniti si confermano essere il primo mercato di destinazione con 53 milioni di euro (+9%), la Germania è la seconda destinazione con 26 milioni (-6%), la Francia sfiora 15 milioni di euro (-14%).
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