Non più solo grandi appassionati e conoscitori ma, sempre più spesso, professionisti del vino, con un ventaglio di conoscenze che va ben oltre la conoscenza di prodotti, territori e la capacità di mettere il naso nel bicchiere, mettendo sul piatto anche capacità e competenze manageriale e non solo. E anche per questo, i sommelier lavorano per un riconoscimento istituzionale della loro professione. Obiettivo rilanciato dall’Aspi - Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, guidata da Giuseppe Vaccarini (che già nel 2006 aveva avanzato una proposta di legge in materia “disciplina della professione sommelier”, presentata in Parlamento senza risultati positivi, che prevedeva l’istituzione di un Albo professionale a livello provinciale e un esame di abilitazione finale alla professione). Da capire, ora, quale sia la strada migliore per arrivare all'obiettivo, ma, intanto, l'idea ha raccolto un appoggio istituzionale importante, quello del Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. Un obiettivo, peraltro, quello del riconoscimento della professione di sommelier, rilanciato nei giorni scorsi anche da Fisar - Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori.
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