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LA CURIOSITÀ

Vino: se le valutazioni degli appassionati e dei critici professionisti non sono così diverse

Lo sostiene uno studio di più università, che ha comparato i punteggi della critica sui vini di Bordeaux, e le recensioni su Vivino
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Valutazioni di appassionati e critici del vino a confronto (ph: Depositphotos)

Le valutazioni dei consumatori e degli appassionati di vino non differiscono troppo da quelli dei critici specialisti. Tema spesso dibattuto, e tesi ora sostenuta e confermata da uno studio che ha paragonato i voti della critica con quelli dell’app Vivino, una delle più utilizzate dagli appassionati per comparare i prezzi di etichette e dare rating (espressi in stelle), che conta 65 milioni di utenti in tutto il mondo. Lo studio si è concentrato su una selezione di vini rossi di Bordeaux e sulle relative valutazioni degli utenti Vivino nel corso del tempo. Ogni vino viene osservato in oltre 13 annate, precisamente dalla 2004 alla 2016. I punteggi dei critici professionisti sono ottenuti da eventi en primeur, a cui i critici e i commercianti sono invitati per degustare i vini che, spesso, non sono ancora pronti ad uscire sul mercato, ma in fase di affinamento. Ed i risultati indicano che le valutazioni fornite dai consumatori, in questo caso di Vivino, possono essere considerate una fonte affidabile per valutare la qualità del vino, e corroborare le opinioni dei critici professionisti, come spiega lo studio “Crowdsourcing the assessment of wine quality: Vivino ratings, professional critics, and the weather”, condotto da Orestis Kopsacheilis, ricercatore all’Università tecnica di Monaco, specializzato in Economia comportamentale ed Economia sperimentale, insieme a Pantelis Pipergias Analytis, assistente universitario al Dipartimento di Marketing e Management dell’Istituto Danese di Studi Avanzati dell’Università della Danimarca meridionale, KarthiKeya Kaushik, laureato all’Università della California, Stefan M. Herzog, ricercatore del Centro di Razionalità Adattiva, Bahador Bahrami, direttore Dipartimento di Psicologia all’Università Ludwig Maximilian di Monaco, e Ophelia Deroy, docente di Filosofia della mente all’Università Ludwig Maximilian di Monaco, e pubblicato sul “Journal of Wine Economics”.
“Nel mondo del vino, app disponibili gratuitamente come Vivino, CellarTracker, e Wine-Searcher hanno esteso il compito di valutare i vini a una rete larga ed eterogenea di amanti del vino ponendo le basi per far maturare la conoscenza di tale bevanda - si legge nello studio - e la qualità delle informazioni delle valutazioni aggregate può essere negativamente influenzata dai social media o dalla manipolazione strategica. In molti campi, compreso quello vitivinicolo, la qualità e le proprietà delle valutazioni online aggregate rimane una questione scientifica ancora aperta”. Ma lo studio ha voluto anche comparare la reattività delle valutazioni di consumatori e critici sulle diverse annate, in base all’andamento climatico, e anche qui le valutazioni sono sostanzialmente allineante, anche se, sottolineano gli autori, se gli appassionati basano spesso il loro giudizio sul piacere immediato di quello che bevono, i professionisti sono interessati a studiare il potenziale del vino e la sua possibile evoluzione nel tempo.

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