Il vino turco è pronto a conquistare l’estero, ma in compenso in patria diminuiscono le occasioni per goderselo, a causa di nuove normative messe in atto dal Governo islamico per rendere più conservatori i consumi e limitare il consumo di alcolici. La notizia arriva dal quotiano “Hurriyet”, secondo il quale nel Paese della Mezzaluna l’industria vinicola sarebbe sempre più sviluppata e in grado di produrre qualità adatte ai palati più raffinati. Un progresso certificato anche da alcuni sommelier stranieri, che hanno partecipato a Istanbul a “Wines of Turkey”, l’evento organizzato dai produttori dei migliori marchi di vino del Paese.
“Il vino turco sta migliorando rapidamente la sua qualità - sottolinea Hendrik Thoma, sommelier tedesco di lunga esperienza - i due marchi che promettono meglio sono il Pendore della Kavaklidere e il Kav Tugra della Doluca”, che, oltre alla Turchia sono destinati ad arrivare anche sui mercati internazionali e faranno il loro debutto nelle prossime settimane nelle fiere di settore di Amburgo e Londra. Secondo importanti esperti internazionali, la Mezzaluna potrebbe arrivare a esportare fino a 41 tipi di vini diversi. “I vini turchi - spiega Taner Ogutoglu, direttore “Wines of Turkey” - sono molto migliorati negli ultimi 20 anni, rappresentano una parte della cultura in senso lato così come la cucina e la musica”.
E così vino turco per tutti. Paradossalmente tranne che per i turchi. Proprio in questi giorni infatti nel Paese della Mezzaluna è entrata in vigore una nuova normativa che fa discutere e che secondo molti è un espediente del governo islamico-moderato guidato da Recep Tayyip Erdogan per rendere più conservatori i costumi del Paese. Secondo la legge per servire vino o bevande alcoliche in ambienti pubblici dovranno essere richiesti permessi speciali e soprattutto non potrà essere somministrato ai minori di 24 anni. Giro di vite anche per i locali che potranno continuare a distribuire alcolici, fondamentalmente solo quelli dal monopolio turco sull’alcol e il tabacco, il Tadpk.
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