Torna ad Alba, la città capitale del territorio del Barolo, del Barbaresco e delle altre grandi doc, Vinum, la più grande manifestazione dedicata all’enologia d’autore delle Langhe e del Roero, dal 25 aprile al 1 maggio (si parte con il Barolo, il 25 aprile: 39 produttori metteranno a disposizione dei degustatori ben 66 etichette del “re” dei rossi piemontesi; il 26 aprile largo al Barbera; il 27 aprile sarà tempo del Barbaresco; il 28 aprile toccherà a Roero e Arneis). Il centro storico della cittadina delle Langhe si trasforma in un grande palcoscenico dedicato al vino ed al grande pubblico degli enoturisti. Quest’anno grande offerta di degustazioni ed eventi, messi in cantiere da “Go Wine” (tel. 0173/364631), associazione che cura l’organizzazione.
Protagonisti saranno le grandi “griffe” del Barolo, del Barbaresco e degli altri importanti vini delle Langhe e del Roero: i nomi più osannati dalla critica enologica internazionali saranno gli eccezionali solisti di una sinfonia di profumi e colori che coinvolgerà tutti gli attori dell’enologia di qualità del territorio. Insomma saranno proprio i grandi nomi, che hanno fatto il giro del mondo con etichette che sono ormai entrate nel mito, che incontreranno il pubblico per creare un evento straordinario ed unico: tutti insieme, nel Cortile della Maddalena, nel cuore di Alba, per mettere in scena un vero paradiso dei sensi … tra profumi, sapori, colori, i visitatori scopriranno i grandi cru, la genialità degli uomini del vino, il loro attaccamento ad un territorio irripetibile.
Focus: Langhe e Roero: terre da grandi vini …
Sono il Barolo e il Barbaresco i dominatori incontrastati dell’enologia di Langhe e Roero nel mercato globale. Tra profeti della barrique e tradizionalisti senza appello prendono forma vini straordinari, presenti nelle carte dei migliori ristoranti ed enoteche di tutto il mondo. Le etichette sono sempre di più, ma a crescere è soprattutto la qualità, con un progressivo livellamento verso l’alto che premia un mondo di produttori ambiziosi ed orgogliosi del frutto della loro terra, trattato con grande maestria e professionalità, promosso con strategie sempre più all’avanguardia.
Ma attorno ai figli più noti del Nebbiolo sono cresciute negli anni tutte le denominazioni tradizionali. Sempre dallo stesso vitigno si ricavano il Roero (portabandiera di un territorio sempre più vivace) e il Nebbiolo d’Alba. Inoltre lo stesso vino è spesso alla base del Langhe Rosso, ovvero dei sempre più ricercati melange di ispirazione tradizionale ma di grande interesse per il mercato.
Barbera d’Alba e Dolcetto (nelle denominazioni d’Alba, di Diano, di Dogliani, delle Langhe Monregalesi) chiudono la serie dei Rossi più noti. Rappresentano un universo molto ampio: centinaia di aziende li producono in versioni e con tecniche anche molto differenti tra loro riuscendo così ad interessare ampie fasce di mercato.
Il Roero Arneis, con il Langhe Favorita, rappresenta l’espressione più fortunata dei bianchi autoctoni. Spesso si parla del Piemonte come di terra povera di vini bianchi, ma queste denominazioni stanno ottenendo ottimi riscontri, a fianco della presenza di vitigni internazionali come lo Chardonnay.
Nel mondo degli aromatici è leader indiscusso l’Asti Spumante: un prodotto di fama internazionale distribuito in 70 milioni di bottiglie ogni anno. Sempre più solida è l’offerta del gemello Moscato d’Asti, il tappo raso che alcuni piccoli produttori hanno saputo far crescere e portare sulle tavole della grande ristorazione. Interessante il fenomeno Birbet, ottenuto da uve Brachetto coltivate nel Roero. Da non dimenticare le piccole doc, guidate dal Verduno Pelaverga ed espressioni di fenomeni puntuali spesso di qualità.
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