Il largo consumo arranca, la produzione alimentare perde il -4,5%, nei primi tre mesi 2023 (sul 2022), con gli italiani sotto la scure dell’inflazione che tagliano i consumi, e l’export che, dopo i record in valore del 2022, non è decollato, in questo 2023. Ma il wine & food, soprattutto di alta gamma, che è stato quello più penalizzato dalle difficoltà dell’horeca nella pandemia, può sperare nella ripresa piena della ristorazione che, anche grazie al flusso turistico record atteso per il 2023, nonostante costi energetici e difficoltà nel trovare lavoratori rappresentino ancora delle criticità, ha il morale decisamente alto. Ed è un settore in cui si è tornati ad investire, visto che è anche quello che registra il maggior tasso di crescita di nuove aperture. Lettura che emerge dai dati Istat e Fipe/Confcommercio, letti da WineNews.
Secondo la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, per bar, ristoranti, pizzerie e così via, il primo trimestre 2023 è stat è stato caratterizzato da uno scenario di mercato abbastanza positivo. Il saldo grezzo delle risposte relativo all’intero comparto segna +10,8%, in crescita rispetto al 2022. Quello sulle performance delle singole imprese (+16,8%) supera il primo trimestre 2022 di ventiquattro punti percentuali. I giudizi sull’andamento dei flussi di clientela, inoltre indicano segni di ripresa, registrando un saldo a +24% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2022. Buone notizie anche sul fronte dei costi di approvvigionamento, in calo del -3% sul primo quarto dello scorso anno, mentre nei saldi delle risposte i prezzi di vendita crescono del +17,4%. Bene anche l’occupazione, a +8,9%.
Di conseguenza, le aspettative per il secondo trimestre 2023 sono caratterizzate da ottimismo in particolare riguardo alle performance economiche. L’indicatore sintetico del clima di fiducia, nel primo trimestre, resta a 116,7 e guadagna 24 punti sullo stesso periodo del 2021. E non è un caso, allora, che il comparto dei servizi di alloggio e ristorazione sia quello che ha fatto registrare la maggior percentuale di crescita: secondo i dati Istat, su base annua, nel primo trimestre 2023 ci sono state il 28,5% in più di nuove aperture sul 2022, la crescita maggiore a livello nazionale, dove la media è appena dell’1,2%. Tutti dati che fanno ben sperare in vista della bella stagione, considerato anche che “il cibo è diventato la voce principale del budget della vacanza in Italia con oltre un terzo della spesa destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese”, ricorda Coldiretti, in riferimento all’audizione dell’Istat alla Commissione delle Attività Produttive della Camera dei Deputati sul Piano Strategico del Turismo. “Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un impatto economico che è valutato attorno ai 30 miliardi di euro, divisi tra turisti italiani e stranieri che sempre più spesso scelgono il Belpaese come meta delle ferie per i primati a tavola”. Una domanda che spinge anche i piccoli borghi dove le presenze del 2022 superano i livelli pre-pandemici del 2019, con un incremento del +13,7% secondo l’Istat. Ovvero, in tanti di quei “comuni con meno di 5.000 abitanti dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali”, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola.
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