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Wine Intelligence: dal salutismo alla moda del “senza”, quando il mercato aggiunge e toglie in base alle esigenze di mercato. Via alcol, zuccheri, glutine, lattosio, vola il contenuto di proteine tra i prodotti del food & beverage sugli scaffali

Quella della lotta all’olio di palma non è che l’ultima tappa di un’onda lunga che arriva da lontano, quella del “senza”, che in pochi anni ha rivoluzionato il mondo del food & beverage e gli scaffali della gdo. Tutto è iniziato con la lotta gli zuccheri, che ha coinvolto bevande e cibi di ogni genere, e oggi l’approccio dei consumatori è sempre più attento, l’etichetta ha una sua rilevanza, sia per quanto riguarda gli ingredienti che i processi produttivi, e le grandi aziende non possono non tenerne conto. Così, come racconta Wine Intelligence (www.wineintelligence.com), se prima erano gli additivi il nemico n. 1 dei consumatori, oggi nel mirino finiscono sostanze nutritive del tutto naturali, come il glutine, tanto che i prodotti gluten free, ormai, hanno un posto tutto loro sugli scaffali, o il lattosio, in una tendenza per cui, anche chi non è intollerante, sposa la teoria del “senza”.
E non è certo immune il mondo del beverage. Diageo, big mondiale degli spirits, ad esempio, sulla scia del “senza lattosio” ha lanciato sul mercato un Bailey’s al latte di mandorla, mentre tante grandi aziende, da Bodegas Torres a Big Drop Brewing Company, hanno tolto l’alcol da vino e birra, per creare un’alternativa in un mercato iper competitivo, ma anche per dimostrare che la piacevolezza di una bevanda non è legata al contenuto di alcol. Allo stesso tempo, alcune sostanze nutritive sono diventate un must del salutismo, come le proteine, tanto che Mars e Snickers, due degli snack più venduti al mondo, sono sul mercato con una linea pensata per chi va in palestra, con 18 grammi di proteine aggiunte. Certo, si trovano anche alcuni eccessi, in Giappone c’è la Fanta al cocomero e sale, perché la combinazione di zucchero, sale e acqua è perfetta per combattere i colpi di calore estivi. Per non parlare dell’Anti-aGin, un gin distillato con collagene puro ed erbe dalle proprietà anti-ageing.
Si tratta di tendenze di consumo che si inseriscono in un panorama più ampio, quello del benessere, per cui le persone si preoccupano sempre di più di fare scelte sane, escludendo ciò che può far male, ed aggiungendo ciò che può fare bene, oltre a lavorare sulla consapevolezza a livello mentale, perché anche la testa ha bisogno di attenzione, togliendo qualcosa, magari lo smartphone, verso cui la dipendenza è sempre più forte. Resta da vedere quali altri prodotti arriveranno nei supermercati nei prossimi tempi, magari “Huel”, un pasto vegano sostitutivo, in polvere, che contiene tutte le proteine, i carboidrati e grassi necessari, oltre a tutte le 26 vitamine e minerali essenziali: in pratica, l’apogeo del salutismo.

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