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“Wine Trade Monitor” by Sopexa: i vini di Francia ancora leader sui mercati extraeuropei, davanti all’Italia, ma la crescita della Spagna sembra inarrestabile. In futuro ancora su i prezzi medi, con la provenienza regionale sempre più importante

Italia
Francia, Italia e Spagna, leader enoici sui mercati extraeuropei

I vini francesi confermano la propria leadership sui mercati esteri, almeno in termini di valori esportati, resistendo bene alla concorrenza del Nuovo Mondo, ma a far paura, adesso, più che l’Italia, saldamente al secondo posto, è la crescita esponenziale della Spagna, come emerge dal “Wine Trade Monitor” di Sopexa (www.sopexa.com), l’agenzia di comunicazione dell’agroalimentare francese all’estero, che ha coinvolto 1.100 operatori (grossisti, importatori, gdo, distribuzione specializzata, il 50% dei quali importa ogni anno più di 100.000 bottiglie) dei 7 mercati extraeuropei più importanti: Stati Uniti, Canada, Russia, Cina, Hong Kong, Giappone e Corea del Sud, che insieme, ogni anno, consumano 67 milioni di ettolitri di vino, di cui 28 milioni importati. Tra i trend principali previsti per i prossimi due anni, c’è la conferma della premiumizzazione del mercato, con il 57% degli operatori che prevede una crescita dei prezzi medi, mentre le categorie che cresceranno maggiormente saranno i varietali e gli entry level, indicati dal 27% degli intervistati. A testimoniare il primato francese è la presenza dei vini d’Oltralpe tra le referenze del 94% degli operatori, mentre l’Italia è nella lista dell’80% di importatori e distributori e la Spagna si ferma al 74%, con Cile e Australia, i più temibili competitor del Nuovo Mondo enoico, particolarmente aggressivi da un punto di vista commerciale, tanto che, se dal punto di vista dell’immagine globale la Francia appare irraggiungibile, quando il criterio diventa “l’attrattiva del prezzo” o “il vino per tutti i giorni”, sono Spagna e Cile ad emergere su tutti. Così, pur non rischiando, almeno nei prossimi due anni, di perdere il proprio primato, la Francia nel sentiment dei professionisti del settore assisterà alla crescita inesorabile della Spagna: secondo il 40% degli intervistati (il 50% in Corea del Sud, Russia e Canada), infatti, si aspetta una crescita enorme dei vini iberici, con una progressione superiore a quella di Francia ed Italia in 5 mercati su 7.

Il “Wine Trade Monitor”, inoltre, sottolinea l’importanza di un approccio regionale forte, perché il 43% degli operatori indica proprio nei vini regionali la categoria che crescerà di più nel prossimo biennio, segno che l’origine ha sempre più importanza, e che i wine lovers di tutto il mondo sono sempre più ferrati. A crescere maggiormente, in questo senso, saranno la Languedoc e la Rioja, territori per i quali si prevede una crescita esponenziale. Non perde la propria centralità, sui mercati extraeuropei, il concetto di vini varietale, con tre vitigni destinati a “regnare” anche nel prossimo biennio: Cabernet Sauvignon, Pinot Nero e Chardonnay. Dietro, però, con il Malbec che ha tradito le aspettative di due anni fa, ci sono due grandi vitigni pronti ad esplodere: la Grenache ed il Tempranillo.

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