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Wine2Wine - La digitalizzazione sta cambiando il modo di socializzare e l’economia: anche le aziende del vino devono fare i conti con la sharing economy e i nuovi modi con cui i consumatori si approcciano ai prodotti grazie alle nuove tecnologie

Così come la digitalizzazione e le nuove tecnologie stanno cambiando il mondo di socializzare delle persone, allo stesso tempo è destinata cambiare il modello economico soprattutto con la crescita della cosiddetta sharing economy, che avrà sempre più influenza anche sul mercato del vino. In futuro la variabile prezzo sarà sempre decisiva nella scelta di acquisto, ma questa sarà influenzata anche, e soprattutto, dai consigli delle persone vicine, dai rating delle community e da internet: ecco, in sintesi, gli aspetti dell’incontro “Come sopravvivere nel mondo digitale”, organizzato in Wine2Wine di Verona.

Benedetta Arese Lucini, ex manager di Uber Italia, ha sottolineato come “la sharing economy cambia modo di connettersi tra le persone ma anche il modello di business che passerà sempre più dal business to consumer al p2p. Questo grazie a piattaforme digitali che già oggi esistono, come Uber, Airbnb, ma anche altre mirate espressamente al mondo del vino”.

Il mercato della sharing economy, ha detto ancora Lucini, “è in crescita, e con un’offerta nuova di servizi si crea una domanda nuova. Le stime prevedono che questo tipo di economia, nel 2025, varrà 335 miliardi di dollari nel mondo”. Per questo “il modo di accedere al consumatore finale da parte delle aziende cambierà. Il consumatore arriverà a conoscere il prodotto in modo nuovo. La scelta del consumatore sarà sempre più influenzata dalle persone che lo circondano che avranno una forte influenza. Già oggi - ha detto ancora - i consumatori più giovani potrebbero essere già abituato al marketing su Facebook, invece, che a quello in Tv”.

Secondo Lucini, “le informazioni diventano accessibili a tutti. Tutti penseranno di essere esperti e veri esperti non ci saranno più. Del resto, se io voglio sapere qualcosa andrò su internet e cercherò dei rating su una comunità”. Massimo Moriconi di FleishmanHillard Italy ha ribadito che “in futuro la scelta dei consumatori sarà sul prezzo ma fondamentale sarà il concetto di esperienza umana legata all’acquisto. Il bene diventa sempre più personale e desiderabile. Il digital marketing servirà per creare valore e per creare l’esperienza che il consumatore ricerca”. Così “lo storytelling non basta e occorre andare oltre la superficie perché ci vuole creatività per fare breccia nei consumatori”.

In quest’ottica il digital marketing assumerà un ruolo sempre più importante “e occorrerà mettere al centro dell’azienda l’aspetto digital perché i consumatori evolvono più rapidamente dei prodotti”. Inoltre, gli acquisti saranno poi sempre più mobili. Del resto, ha osservato Moriconi, “già oggi i pagamenti da cellulare già 20-22% e “tra 10 o 15 anni, ci saranno innumerevoli possibilità di pagamento ed utilizzeremo molti device”. Moriconi ha ricordato alcuni dei risultati di un’analisi, presentata in primavera 2015, condotta sulla presenza e sulle attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato.

L’analisi evidenzia, ad esempio, che, a livello di siti web, l’e-commerce “diretto” è ancora appannaggio di poche cantine e 2 sole aziende sulle 25 analizzate, hanno un proprio store digitale. Sul fronte dei canali social, in termini di presenza delle aziende, YouTube ha raggiunto Facebook, ma solo 17 aziende su 25 sono presenti su entrambi le piattaforme. Solo 12 aziende hanno un account Twitter; mentre sono appena 6 quelle presenti su Instagram e Pinterest. Non sempre poi i social network sono presidiati con una alta frequenza di aggiornamenti.

Nel panel dei relatori anche Marco Catena di McKinsey: “la vera forza del digitale è influenzare l’acquisto. Già oggi nel settore del lusso - ha ricordato - il 6% delle vendite sono on line e il 26% off line, ma il 70% degli acquisti sono influenzati dal digitale. Per questo il digitale è importante e va considerato nei business delle aziende”, così come “dotarsi di un sito web e curarne la presenza sui differenti motori di ricerca”.

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