Il web è ormai diventato un punto di incontro irrinunciabile per gli appassionati di vino: i siti si moltiplicano di giorno in giorno, ed i cultori di Bacco navigano in cerca di notizie, curiosità, approfondimenti. Si estende a macchia d’olio una vera e propria comunità composta da esperti e semplici neofiti, che clicca a colpo sicuro creando opinione e dettando i trend del settore. Winenews ( www.winenews.it ), uno dei siti italiani di informazione sul vino, ha lanciato un sondaggio chiedendo ai propri enonauti di votare il vino più amato, quello che al di là delle mode effimere del momento resta indelebile nel cuore: le preferenze espresse dai 5259 navigatori che hanno partecipato all’inchiesta danno vita alla “top ten” del vino del 2001.
Vediamo allora i risultati. In testa ai desideri degli enonauti ci sono i grandi classici: al primo posto svetta il Brunello di Montalcino, seguito da un altro toscano, il Chianti Classico. Al terzo posto si piazza il Barolo, e a seguire Amarone, Sassicaia e Barbaresco. Al settimo posto la Barbera, che precede Sagrantino di Montefalco, Collio ed infine Franciacorta. Non riescono ad entrare nelle prime dieci posizioni, ma sono comunque votatissimi, i vini che seguono in classifica: Greco di Tufo, Nobile di Montepulciano, Montepulciano d’Abruzzo, Alto Adige, Marsala, Passito di Pantelleria, Morellino di Scansano, Aglianico del Vulture.
Oltre ad indagare sulle preferenze degli enonauti sul vino, Winenews ha lanciato un sondaggio sulle aziende: quali sono le “griffes” italiane più amate dal popolo della Rete ? In cima alla “top ten” 2001 si piazza Antinori, simbolo dell’enologia toscana nel mondo, seguita dal piemontese Gaja, il re del Barbaresco. Scorrendo la classifica troviamo ancora due toscani, Incisa della Rocchetta (creatore del Sassicaia) e la storica famiglia Biondi Santi, che alla fine dell’Ottocento ha “inventato” il Brunello di Montalcino. Quindi, Bartolo Mascarello, atipico ed eclettico produttore piemontese, e l'umbro Caprai. L’indagine di Winenews riguarda anche le aziende di vino italiane considerate più “trendy”: la palma d’oro è toccata alla siciliana Planeta, seguita dal leader del Sagrantino di Montefalco Caprai e dalla campana Feudi di San Gregorio. Non manca Antinori, che precede la piemontese Spinetta. Al quinto posto un mito della spumantistica italiana, la Ferrari di Trento. Per i risultati sull’azienda più “proiettata nel futuro”: in testa ancora Antinori, mentre al secondo e terzo posto si collocano rispettivamente Marco Caprai e Zonin. Castello Banfi si piazza quarto, seguito dalla Feudi di San Gregorio, dalla Planeta e dalla chiantigiana Castello di Fonterutoli. Ma chi sono gli enonauti che hanno partecipato al sondaggio? Gli iscritti a Winenews sono in netta prevalenza uomini (82% rispetto al 18% delle donne), si collocano in una fascia di età che va dai 30 ai 45 anni, possiedono un diploma di scuola media superiore o una laurea (80%) ed hanno un livello socio-economico medio-alto (imprenditore, bancario, avvocato, commercialista, ingegnere, architetto, giornalista, architetto, commerciante, agente di commercio ...). Frequentano wine-bar ed enoteche (luogo preferito per acquistare il vino: "c'è scelta, porfessionalità e cortesia"), ma amano viaggiare alla scoperta del territorio in cui il vino viene prodotto, apprezzandone la storia, l’arte, la cultura, la gastronomia e l’artigianato.
Insieme alle proprie preferenze hanno lanciato a Winenews commenti e pareri sulla realtà italiana del vino: tra i numerosi messaggi emerge con forza l’allarme riguardante i prezzi di molte etichette, che negli ultimi anni stanno schizzando decisamente verso l’alto. La causa? Secondo molti è dovuta a strategie di marketing e comunicazione a volte esasperate, che tendono a trasformare il vino da bene di consumo a prodotto di spettacolo.
Eleonora Ciolfi
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