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ZAIA FIRMA LA “CARTA DI IDENTITÀ” DEL LATTE. IL DECRETO MINISTERIALE AL VAGLIO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, SARA POI ESAMINATO DALL’UNIONE EUROPEA. POSITIVE LE REAZIONI DELLE MAGGIORI ORGANIZZAZIONI AGRICOLE ITALIANE

Obbligo di indicazione del luogo di origine per il latte e derivati (inclusi formaggi, latticini e yogurt), pena il divieto di commercializzazione dei prodotti, e per la prima volta obbliga a menzionare l'utilizzo di cagliate, precisando se nazionali o estere: ecco i punti salienti del decreto ministeriale “Norme in materia di etichettatura del latte sterilizzato a lunga conservazione, del latte Uht, del latte pastorizzato microfiltrato e del latte pastorizzato ad elevata temperatura, nonché dei prodotti lattiero-caseari”, firmato dal Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia per la tutela del latte italiano. Il provvedimento dovrà passare al vaglio dello Sviluppo Economico prima di arrivare all’Unione Europea, che dovrà pronunciarsi in merito entro sei mesi.

“L’Italia produce circa 10,5 milioni di tonnellate di latte e ne importa 8 milioni, e con i formaggi ha un fatturato di 6 miliardi di euro, ha precisato Zaia. Di fronte a questi dati abbiamo l’obbligo - ha detto il ministro - di dare risposte di valorizzazione ai produttori”.

Molto positive anche le reazioni delle maggiori organizzazioni agricole italiane: “l’etichettatura è importante soprattutto se inquadrata in un contesto più organico di rilancio e valorizzazione del comparto lattiero-caseario - ha commentato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni - che registra quotazioni all’origine non remunerative. Ma non basta. È apprezzabile e condivisibile la determinazione del ministro Zaia nel voler valorizzare le identità nazionali, che sono la ricchezza dell’Europa e non il suo limite. L’etichettatura obbligatoria offre maggiori informazioni ai consumatori sui prodotti posti in commercio. Urge però un riequilibrio della filiera; occorrono rapporti più efficaci con la grande distribuzione organizzata; è necessaria la promozione nei confronti dei consumatori; va avviata una politica per la qualità”.

Per Col diretti, il decreto “è un importante primo risultato della mobilitazione a difesa del Made in Italy, con decine di migliaia di allevatori, alle frontiere e nella grande distribuzione, che ci impegna a proseguire per garantire la trasparenza della provenienza in etichetta per quel 50% della spesa che resta ancora anonima. Dopo l’extravergine di oliva e il latte ed i suoi derivati si apre la strada all’etichettatura trasparente per tutti i prodotti alimentari che sono ancora anonimi, dalla carne di maiale a quella di coniglio ed agnello, dai succhi di frutta alle conserve vegetali”.

“L’obbligo dell’indicazione dell’origine del latte - sottolinea Paolo Bruni, presidente di Fedagri-Confcooperative - renderà più trasparente la competizione e più agevole la scelta dei consumatori. Abbiamo apprezzato la determinazione con cui il Ministro Zaia ha voluto la nuova normativa, che confidiamo riceva ora il via libera dell’Unione Europea per poter essere applicata. Le norme del decreto non configurano una restrizione della concorrenza come sostengono i detrattori, ma rappresentano un importante contributo alla trasparenza della competizione e alla scelta consapevole dei consumatori, che oggi credono di acquistare per italiani prodotti che non lo sono”.

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