Un po’ in sordina, come molte cose che accadono d’estate, dalla Svezia qualche settimana fa è arrivata una sentenza destinata a cambiare molte cose sul più grande mercato scandinavo del vino, dove la distribuzione di qualunque prodotto alcolico passa per il Monopolio di Stato, il Systembolaget. Che, dal 2007, deve fare i conti con la concorrenza di Winefinder, un e-commerce danese che consegna i vini di tutto il mondo ai consumatori svedesi. Una anomalia resa possibile da una normativa - sul fronte digitale - a dir poco farraginosa. I consumatori svedesi, infatti, hanno la possibilità di acquistare alcolici dall’estero per il proprio consumo, se pure in quantità limitata, e questo consentirebbe a Winefinder, avendo la propria sede in Danimarca, di operare sul mercato svedese.
Per il Systembolaget si tratterebbe però di una evidente violazione al regime monopolistico, e nel 2019 si rivolge al Tribunale dei Brevetti e del Mercato che, con una sentenza del 2020, riconosce le ragioni del monopolio. Sentenza però subito impugnata da Winefinder, che del resto non ha mai smesso di operare sul mercato svedese, e ribaltata nel 2022 dallo stesso Tribunale dei Brevetti e del Mercato. A quel punto, il Systembolaget ha deciso di rivolgersi alla Corte Suprema svedese che, con una certa sorpresa, a inizio luglio ha dato ragione al rivenditore danese, sostenendo che la casistica rientri nella cornice dell’importazione privata. Si apre, quindi, una breccia importante nel sistema monopolistico di Stoccolma: per Lena Hallingren, leader dei socialdemocratici svedesi, “la sentenza è una minaccia al monopolio di Systembolaget, adesso è necessario che il Governo colmi le lacune normative”.
In realtà, una proposta in questo senso, come ricorda il think tank liberista Timbro (qui) era stata presentata proprio dal Governo socialdemocratico nel 2016, con il memorandum “Regolamento del commercio a distanza di bevande alcoliche”, arenandosi però nelle infinite pieghe della legislazione Ue. Resta comunque difficile immaginare che la Svezia possa entrare in una fase nuova, di liberalizzazione del mercato, per due motivi: il primo riguarda l’essenza stessa del monopolio, nato per proteggere le persone dagli effetti dannosi dell’alcol in nome della salute pubblica; il secondo è il non indifferente giro d’affari del Systembolaget, pari a 37 miliardi di corone (3,2 miliardi di euro). In mezzo, mille contraddizioni, come quella sottolineata da un sondaggio della Central Association for Alcohol and Drug Information (Can) del 2017, che mostra come da quando sono stati introdotti i vini in bag-in-box le vendite a volume - e quindi i consumi - sono letteralmente esplose. Con buona pace della salute pubblica ...
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