L’Italia a fare da guida, ovviamente, e poi le grandi potenze del vino come Francia e Spagna, ed ancora i rappresentanti di Albania, Algeria, Armenia, Austria, Azerbaijan, Bulgaria, Cile, Cipro, Georgia, Germania, Grecia, Macedonia del Nord, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Perù, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Ungheria e Uzbekistan. Tutti riuniti nel primo “Wine Ministerial Meeting”, oggi, in Franciacorta, a Ca’ del Bosco, domani a Verona, per OperaWine e Vinitaly, voluto dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, insieme al presidente Oiv, che festeggia 100 anni, Luigi Moio, per un momento di confronto internazionale per affrontare le sfide e disegnare il futuro del vino mondiale.
“Siamo estremamente orgogliosi di ospitare questa prima edizione del “Wine Ministerial Meeting”, un riconoscimento al valore del vino italiano, che è un pezzo insostituibile del patrimonio culturale italiano - ha detto in un messaggio di apertura dei lavori il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - come lo è l’agricoltura. Dobbiamo tutelare il vino, il reddito degli agricoltori, e guardare ai giovani. Punti che metteremo al centro anche del documento finale di questi lavori, per i quali ringrazio il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ed il presidente dell’Oiv, Luigi Moio. Oggi siete in Franciacorta, domani sarete a Verona, luoghi che restano nel cuore. E con il cuore sono con voi”.
Sullo sfondo, ci sono sfide identiche, in qualche modo, a quelle per cui 100 anni fa, da un accordo tra Italia, Francia, Spagna, Lussemburgo, Tunisia, Ungheria, Grecia e Portogallo, nacque, di fatto, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), ovvero, come più volte ha ricordato il presidente Luigi Moio, risollevare la viticoltura europea dalla fillossera, e affermare i valori benefici e culturali del vino in un mondo che viveva, almeno in parte, la stagione del proibizionismo, attraverso la ricerca scientifica. Temi attuali ancora oggi, come ha ricordato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: “questo incontro è importante perchè qui vogliamo riaffermare il valore del vino, che non è solo economico, ma anche culturale ed identitario, e per difenderlo da chi oggi lo attacca come se fosse solo alcol, mentre, invece, è molto di più. Gli abusi sono da combattere, ovviamente, ma dobbiamo tutelare un modello che è eccellenza, e che va promosso all’insegna del bere poco, con moderazione; bene, dando sempre più qualità alla produzione attraverso la ricerca; e del pagare il giusto rispetto alla qualità del prodotto, che deve essere percepita e riconosciuta da chi lo beve. Con Luigi Moio e con il Ministro dell’Agricoltura Francese, Marc Fesneau, abbiamo condiviso l’idea di iniziare da qui le celebrazioni dei 100 anni dell’Oiv, che poi arriverà a Digione, dove è la sede dell’Organizzazione, nei prossimi mesi. Grazie a Maurizio Zanella che ci ospita in questa bellissima cantina - ha aggiunto il Ministro Lollobrigida - che è una storia emblematica: nasce in pochi anni, si sviluppa dal niente, da una piccola casa nel bosco, da cui il nome Ca’ del Bosco, ed in poco più di 20 anni diventa un riferimento del vino italiano. Lo sottolineo perchè nel nostro modello agricolo c’è il mantenimento del territorio, la qualità, la ricerca, la produzione di ricchezza senza danneggiare l’ambiente, ed è quello che vi proponiamo nel documento che via abbiamo sottoposto - ha detto ancora Lollobrigida aprendo i lavori - sia alle Nazioni storiche della produzione del vino, sia a quelle che vi si sono affacciate più di recente. Noi crediamo che l’agricoltore sia il primo ambientalista, spesso riceve quella terra di cui vive dai genitori e la vuole tramandare ai figli: questo è il nostro modello di sviluppo da mantenere, e da promuovere nel mondo. Perchè siamo qui per imparare, ma anche per insegnare, perchè l’Italia, da sempre, con la qualità dei suoi prodotti, il suo sistema dei controlli, il rispetto dei territori e del lavoro, su certi temi, ha da sempre un ruolo di guida nel mondo, che dobbiamo riaffermare”.
Guardando ad un futuro, per il vino, che passa anche dai temi in discussione al “Wine Ministerial Meeting”. Che sono tutti fondamentali per “continuare a produrre vino di qualità, guardando al cambiamento climatico, ma anche ad una enologia a basso impatto, una enologia leggera, ma anche al calo dei consumi, al riequilibro tra offerta e domanda. Bisogna riaffermare il vino come cultura, come voce dei territori, soprattutto nei confronti dei giovani. Il vino deve essere espressione reale dei luoghi di produzione, è un prodotto agricolo, che vive però in uno scenario in mutamento. Spero da questa conferenza e da quella integrale che sarà a Digione in ottobre, venga fuori un documento ufficiale e condiviso su questi temi, perché queste cose si fanno insieme, con il confronto tra nazioni e Paesi”, ha aggiunto il presidente dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino, Luigi Moio.
Focus - Le parole del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a WineNews
“L’Italia difende il primo ambientalista del pianeta, l’agricoltore, e oggi lo fa assieme ad altre 30 Nazioni che con noi discutono di vino”. Così, a WineNews, il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, a “Wine Ministerial Meeting”, l’incontro interministeriale internazionale, in Franciacorta, a ridosso del Vinitaly, “a tutela della vigna e del vino, di quel patrimonio che vediamo attraversando le nostre colline, ad esempio qui in Franciacorta, che l’uomo ha scolpito, garantito, mantenuto”, prosegue Lollobrigida, che ha voluto che il primo vertice si tenesse in Italia, a 100 anni dalla fondazione dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino - Oiv, presieduta dal professore italiano Luigi Moio.
“L’Oiv è nata nel 1924 dopo una guerra, una pandemia come la spagnola e una grande crisi del settore, per comprendere come con la ricerca e l’innovazione si potesse proteggere la produzione ma anche il territorio. Questo è l’obiettivo che ci diamo anche oggi in cui si sono nuove sfide da raccogliere ed è giusto discuterne a livello internazionale. Abbiamo superato una pandemia, purtroppo ci sono tanti conflitti in corso e anche la diplomazia del vino può fare la sua parte. In questo evento ci sono Nazioni da tutti i continenti, dal Sudafrica all’Algeria, dalla Nuova Zelanda al Cile. Si discute di tante cose con la volontà comune di trovare dei punti su cui ci troviamo d’accordo. Perché l’agricoltura unisce, è un elemento unificante del Pianeta, e dobbiamo provare a fare perno su questo per riuscire nell’obiettivo che si erano dati i patri fondatori dell’Unione Europea, ad esempio mettendo l’agricoltura al centro dell’unità europea. Qualcuno l’ha dimenticato e noi siamo qui per ricordarlo”.
“L’Italia - ha concluso il Ministro - è protagonista, ha molto da insegnare, ce lo dicono anche i colleghi guardando a quello che abbiamo costruito nel tempo. Dobbiamo essere orgogliosi della nostra qualità e della nostra eccellenza, ma anche consapevoli delle potenzialità economiche e del tanto lavoro che c’è dietro la produzione, compensandolo con un giusto reddito a chi produce”.
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