Una delle problematiche più note, in particolar modo in questo momento storico, per il settore dell’agricoltura, viticoltura compresa, è legata alla presenza dei rischi climatici che possono compromettere la produzione, vanificando, oltre ai raccolti, anche gli investimenti effettuati. Non a caso sempre più spesso le aziende corrono ai ripari. Nel 2024, secondo i dati Ismea, i valori assicurati delle colture vegetali hanno superato i 9,6 miliardi di euro, registrando un incremento del 5% sulla media 2019-2021, antecedente allo shock inflazionistico del biennio 2022-2023, e confermando l’interesse in agricoltura verso strumenti di risk management. In parallelo, la dimensione media delle aziende assicurate è cresciuta del 19,8% dall’inizio del decennio, segno di una gestione del rischio più strutturata e di una maggiore consapevolezza assicurativa da parte delle imprese. Nel comparto vitivinicolo, che si conferma il più assicurato tra le colture, le polizze agevolate continuano a mostrare una forte concentrazione territoriale: il 77% dei valori è localizzato tuttora nel Nord Italia, con il Veneto in testa, sia per volumi sia per adesione agli strumenti assicurativi. Tra le avversità maggiormente assicurate si conferma la prevalenza di eventi atmosferici ricorrenti, tecnicamente catalogati tra quelli di frequenza, come grandine, eccesso di pioggia e vento forte.
“La gestione del rischio nella viticoltura italiana - ha dichiarato Sergio Marchi, dg Ismea - si evolve verso un approccio sinergico tra pubblico e privato, in cui innovazione assicurativa, prevenzione attiva e pianificazione territoriale sono le chiavi per garantire resilienza e competitività a una delle filiere più strategiche del nostro sistema agroalimentare. L’obiettivo è chiaro: costruire un sistema di prevenzione dei rischi sempre più inclusivo, efficace e accessibile, in grado di accompagnare la transizione del settore vitivinicolo verso modelli produttivi sostenibili e capaci di affrontare le sfide poste dalla crisi climatica”.
Per Giuseppe Blasi, capo dipartimento Pac e Sviluppo Rurale del Ministero dell’Agricoltura, “la nuova vision sull’agricoltura e della viticoltura presentata dal Commissario Ue all’Agricoltura, Christophe Hansen, attribuisce particolare importanza alle politiche di gestione del rischio per la fase di programmazione post 2027 della Pac. Anche se il quadro delle risorse non è ancora definito, occorre avviare un approfondito confronto con tutti i portatori di interesse, per delineare il nuovo pacchetto di strumenti che si intende attivare, partendo ovviamente dalle esperienze di successo di questi anni, con l’obiettivo di rendere il sistema produttivo italiano sempre più competitivo e resiliente”.
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