Che il fenomeno del vino biologico sia in crescita non è una novità, come non lo è che l’Italia, anche in questo segmento, sia tra i leader nel mondo. A confermarlo anche i dati della American Association of Wine Economist, da cui emerge come il Belpaese sia quello dove la superficie vitata biologica ha la maggiore incidenza sul totale. Un dato che, nel 2016, era pari al 15,5% sul totale della superficie viticola di 690.000 ettari (dati Oiv, comprensivi sia dei vigneti destinati a uva da vino che da tavola, ndr). A seguire, curiosamente, la Bulgaria, con il 14% dei 67.000 ettari vitati del Paese, e poi la Spagna, con l’11% dei sui 975.000 ettari. Francia giù dal podio, con il 9,3% dei suoi 785.000 ettari vitati complessivi, e dietro anche all’Austria, che vede sotto la categoria “organic” il 10,9% dei sui 46.000 ettari vitati, e davanti alla Germania, che vede a “bio” il 7,8% dei suoi 102.000 ettari. Tra i dati che spiccano, se non stupisce più di tanto il 2,4% a biologico del vigneto Cina, con i suoi 847.000 ettari (in grande prevalenza di uva da tavola), spicca in negativo, invece, il 2,7% degli Usa (443 ettari vitati), Paese dove le tematiche legate al “bio” e all’“organico” sono particolarmente sentite dai consumatori.
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